Nell’ottantesimo anniversario della strage di Santhià il presidente della Repubblica Sergio Mattarella invia un messaggio al centro del vercellese: “Alla comunità santhiatese, che si stringe, ogni 29 aprile, nel ricordo delle vittime, testimoni del percorso verso la libertà e la democrazia, giungano i sentimenti della più intensa partecipazione e solidarietà”. Come ha ricordato il presidente, l’eccidio fu compiuto dalle truppe tedesche del 75esimo Corpo d’armata, che si macchiarono di “nuovi orribili delitti” abbandonando il territorio piemontese. Le truppe in ritirata, nonostante fosse in corso una tregua con il comando partigiano locale, uccisero combattenti e civili a Santhià e nei centri limitrofi. Le vittime furono 48, tra cui 4 donne e 5 ragazzi tra i 12 e i 16 anni, “solo la spiccata capacità di mediazione del Prevosto, monsignor Giovanni Ravetti, evitò che il prezzo pagato in termini di vite umane fosse ancora più alto”, ha sottolineato il capo dello Stato.
Per aver subito “il triste e doloroso privilegio di subire le ultime rappresaglie tedesche quando ormai la bandiera della libertà sventolava nel Piemonte e nella Lombardia” la popolazione di Santhià è stata insignita della medaglia di bronzo al valore militare nel 1997.
Il fascicolo processuale per crimini di guerra relativo alla strage di Santhià è stato archiviato definitivamente nel 2000, una volta appurata la morte dei responsabili.