La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

La storia di Andrea, dall’incidente in moto alla licenza da paracadutista

condividi

«Se non potrò correre e nemmeno camminare, imparerò a volare». Così recitano i versi che chiudono la prima strofa di una recente canzone di Roberto Vecchioni e Francesco Guccini. Sono ispirati alla storia del pilota e atleta paralimpico Alex Zanardi ma sembrano scritti apposta per Andrea Pacini, 35 anni, istruttore di volo indoor all’Aerogravity di Pero, sede del tunnel verticale più grande del mondo vicino a Milano.

L’incidente
I primi lanci Andrea li ha provati nel periodo da volontario nella Brigata “Folgore” dell’esercito. Diventato paracadutista militare, a fine 2007 decide di congedarsi. Poche settimane dopo un incidente in moto gli lesiona il midollo spinale e a 24 anni perde l’uso delle gambe. La sua vita cambia ma il desiderio di tornare a volare non svanisce. I lanci in tandem finiscono per non bastargli più, il sogno diventa la licenza di paracadutista civile, un percorso ai limiti del possibile.

“Obiettivo volare”
«Ci ho messo cinque anni a maturare questa decisione. Era una strada percorribile ma con grande sforzo economico e di volontà: l’uso delle gambe è fondamentale nel volo e i costi per la preparazione sono alti» racconta Andrea. «Non potevo farcela da solo, sono partito circondandomi di persone che avessero voglia di aiutarmi a trovare fondi e a creare un’associazione, in modo che questo impegno non fosse fine a sé stesso». Così è nato il suo progetto “Obiettivo volare”, così ha iniziato un viaggio lungo due anni: uno speciale tutore gli ha consentito di avere stabilità agli arti inferiori durante il volo, le sessioni in un tunnel del vento in Costa Brava sono state utili a trovare il giusto assetto in caduta libera. Ottenuta l’abilitazione nel luglio 2017, Andrea ha dovuto compiere cinquanta lanci valutati da istruttori per accedere all’esame di licenza, superato a pieni voti nell’ottobre 2018 all’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, di Bologna.

Istruttore
Per avere un’idea della determinazione che ci è voluta per arrivare a questo traguardo basta sapere che al momento è l’unico paracadutista italiano in attività nelle sue stesse condizioni. Con l’apertura del tunnel del vento di Pero, Andrea ha lasciato il suo lavoro da impiegato per diventare responsabile del “Disability Project”, dove finora ha aiutato oltre 500 adulti e bambini con disabilità motorie, sensoriali e cognitive a vivere in sicurezza l’esperienza del volo. Lo scorso settembre ha coordinato un raduno internazionale a cui erano presenti quasi tutti gli altri sei paracadutisti con disabilità del mondo, provenienti da Italia, Grecia, Germania e Kuwait: «Un’esperienza fantastica per conoscere le storie di queste persone e scambiare informazioni sui materiali e sulle tecniche di volo» ricorda Andrea.
Con Aerogravity ora sta lavorando a un progetto per rendere il volo indoor un’attività agonistica più inclusiva: «Abbiamo iniziato da poco un percorso con tre ragazzi. L’obiettivo è arrivare a creare una squadra mista che comprenda atleti con disabilità, cosa che al momento non esiste». Il prossimo traguardo verso cui volare è già segnato.

LUCA PARENA

Articoli Correlati