“Siamo dinanzi al fallimento economico, aziendale e finanziario delle politiche portate avanti da Stellantis negli ultimi anni”. Ha le idee chiare Michele de Palma, segretario generale Fiom, che è intervenuto per parlare con la stampa a margine del congresso “Mobilità sostenibile al lavoro”, organizzato da Cgil e Fiom con la partecipazione di alcuni grandi nomi dell’ambientalismo italiano, tra cui Legambiente e Greenpeace. Due giorni, il13 3 14 marzo, in cui sindacati e associazioni sperano di fissare dei paletti che consentano di portare avanti la transizione ecologica senza sacrificare la stabilità dei lavoratori.
Un tema, quello dell’automotive, che in Italia ha un solo nome: Stellantis. “Innanzitutto, c’è un problema di comunicazione: John Elkann ha parlato con tutti, tranne con i sindacati”, ha proseguito De Palma, ribadendo ancora una volta che la richiesta fondamentale del sindacato è una: l’apertura di un tavolo a Palazzo Chigi per discutere insieme il futuro dell’automotive. Un futuro che, per il sindacato, è sempre più a rischio: “Le stime dicono che quest’anno verranno prodotte in Italia ancora meno auto dell’anno scorso. Ancora più cassa integrazione, ancora più problemi per l’indotto. L’azienda non ha amministratore delegato, non ha un piano industriale, tutta l’attenzione è rivolta a mantenere la rendita della proprietà e degli azionisti”.
Punto cruciale sono però gli investimenti: pochi, e nei settori sbagliati, secondo De Palma. “Il mercato, e la transizione ecologica, impongono di investire nell’innovazione e nei giovani per colmare quel gap evidente con gli altri produttori, europei e non. L’azienda deve capire che servono spese importanti per migliorare la competitività del marchio e svecchiare le fabbriche”. Anche riguardo la proposta di portare a Torino la produzione di veicoli ibridi, il segretario è scettico: “L’ibrido può aiutare a tamponare una situazione complicata, ma non è la soluzione. Serve un vero piano industriale che metta il nostro paese al centro, e serve che la proprietà si sieda al tavolo delle trattative”.