Nel pomeriggio, dopo un dibattito acceso, solo alla fine, ha parlato Stellantis. Alla fine, Giuseppe Manca, responsabile delle risorse umane dell’azienda, ha annunciato un ricambio generazionale per lo stabilimento di Mirafiori con l’assunzione di cento ingegneri. In larga parte saranno stabilizzazioni di contratti, mentre in parte si tratta di assunzioni di ingegneri che hanno lavorato come consulenti o erano disponibili sul mercato del lavoro. Under 35, che si occuperanno di intelligenza artificiale e auto elettriche. Un magro bottino per il Consiglio regionale, che tuttavia non si aspettava promesse mirabolanti.
Non è un caso che l’assessore al bilancio e alle attività produttive della Regione Piemonte Andrea Tronzano, durante il Consiglio regionale aperto presso la sede della Città metropolitana, abbia rilanciato, in modo esplicito una idea già espressa più volte dal presidente regionale Cirio. “Torino – ha detto Tronzano – è la storia dell’auto, i suoi imprenditori meritano un futuro con Stellantis, ma – fatemelo dire -, anche senza di esso”.
Durante i lavori, presenti i rappresentanti di Stellantis, si è parlato della crisi del settore dell’automotive e delle sue ricadute sull’indotto del territorio. L’assessore di Forza Italia ha lodato lo spirito d’impresa dei piemontesi e la loro resilienza, ha parlato delle possibilità aperte per tutta l’industria piemontese (non solo automotive) dalla transizione energetica, ha definito Stellantis un partner strategico e non un capro espiatorio a cui imputare la crisi della filiera automobilistica.
Poi è toccato alla vicepresidente regionale Elena Chiorino (FdI) che ha annunciato le misure a sostegno delle aziende prese dalla Giunta in concertazione con il governo. Tra le più importanti c’è l’allocazione di ulteriori fondi destinati ai lavoratori in cassa integrazione qualora partecipino a programmi di formazione. Si tratta di un’integrazione che permetterebbe ai lavoratori di percepire “quasi uno stipendio pieno”. Un’iniziativa avviata in collaborazione con l’Inps, che punta a prendere le distanze “dall’assistenzialismo fine a se stesso”. Per Chiorino la crisi dell’automotive non è irreversibile e il declino non è un destino. Ma bisogna, ha detto, “gestire il presente per mettere in sicurezza il futuro”.
Le forze di opposizione presenti al Consiglio regionale non sembrano condividere l’ottimismo di maggioranza e Giunta. Chiara Appendino, ex sindaca di Torino e vicepresidente del Movimento 5 Stelle, ha dichiarato che i vertici di Stellantis non hanno ancora dato alcuna rassicurazione sul futuro del settore automobilistico in Piemonte chiamandoli a rispondere alle domande di un Paese che “ha dato molto alla loro azienda”. Secondo Appendino, più che una transizione la filiera dell’automotive in Italia sta vivendo una “dismissione”. A questo punto del suo discorso la vicesindaca è stata interrotta dai consiglieri di Fratelli d’Italia, che hanno esposto in aula uno striscione che recava la scritta “In Europa sostenete folli politiche green. A Torino piangete per la crisi dell’automotive“.
Secondo l’opposizione le politiche green non sono il fattore scatenante della crisi del settore, cominciata ben prima dell’entrata in vigore delle leggi europee. Secondo numerosi esponenti della maggioranza, le regolamentazioni dell’Ue non hanno tenuto sufficientemente in considerazione la sostenibilità economica della transizione ecologica favorendo l’ingresso nel mercato di produttori extraeuropei.
La vicepresidente del Senato Anna Rossomando (Pd) ha invitato a non strumentalizzare la transizione energetica: “Nel resto del mondo c’è una grande espansione dell’industria dell’auto legata all’elettrificazione e alla robotica. Adeguarsi è una sfida europea”. Rossomando ha poi sollecitato la Regione a puntare su investimenti diretti alle aziende e non solo sulla cassa integrazione dei lavoratori, perché “è il prodotto che determina la tenuta dei posti di lavoro”.
Per Alice Ravinale (Avs) il bilancio della giornata è magrissimo: “Sapevamo che la Giunta avrebbe usato il palcoscenico di oggi per annunciare la misura di sostegno al reddito dei cassaintegrati: l’annuncite acuta li ha portati però a non riuscire nemmeno a confrontarsi con i sindacati sull’efficacia dello strumento, di cui aspettiamo anche noi di capire il funzionamento”. Ma il problema più grave, dice Ravinale, è un altro: “Oggi è stata una messa da requiem dell’indotto celebrata dalla Giunta Cirio. La cassa serve se ci sono prospettive: ma nessuna risposta è arrivata né dalla Giunta né dal Ministero per quanto riguarda gli altri produttori con cui il ministro Urso sostiene che siano in corso interlocuzioni. Quali di questi arriveranno in Piemonte e con quale coinvolgimento della filiera? Questo ci aspettavamo di sentire”.