“C’è un rischio nel porre l’enfasi solo sul momento della nascita e dimenticarsi che la genitorialità dura tutta la vita” osserva, agli Stati Generali della Natalità, Francesco Billari, rettore dell’Università Commerciale Luigi Bocconi. Statista specializzato in demografia, Billari ha parlato della situazione demografica italiana nei termini dell’eccezionalità: siamo tra i dieci paesi più longevi al mondo, ma anche tra quelli in cui la popolazione è più anziana.
Il picco demografico, nel dopoguerra – spiega Billari – si è verificato nel 1964, quando nacque più di un milione di bambini. Nel 2023 i nati sono stati poco più di 300mila. Gli effetti del calo demografico non sono stati subito evidenti: nonostante i classe 1964 non abbiano avuto, mediamente, un numero elevato di figli per capita le generazioni immediatamente successive sono state colpite solo parzialmente dal calo. Un rapporto come quello tra i nati del 1964 e quelli del 2023, di uno a tre, mette sotto pressione le fasce centrali della popolazione.
Chiara Pronzato, demografa, spiega che ogni 100 torinesi solamente 62 hanno tra i 15 e i 64 anni. Questa sezione demografica deve così farsi carico delle necessità, economiche e di care giving, di bambini, anziani e fragili. Un peso che presto diventerà insostenibile anche economicamente come spiega Billari. In tal senso, Pronzato parla della necessità di un aiuto “credibile e costante”.
Per l’assessore regionale Maurizio Marrone, c’è un’oggettiva difficoltà da parte delle famiglie ad accedere ai servizi per i bambini nella fascia d’età entro i sei anni. Anche Billari sostiene che le misure debbano essere costanti, frutto di politiche bipartisan e guidate dall’evidenza scientifica e dai dati.
Michela Favaro, vicesindaca della Città di Torino, ricorda come il capoluogo sia stata la prima Città metropolitana ad aderire al network dei Comuni amici della famiglia, iniziativa nata in Trentino e oggi diffusa in altre parti d’Italia. Torino infatti intende rendere la città più attrattiva per le famiglie che già vivono qui e per quelle che potrebbero stabilirsi qui. Anche Billari ha sottolineato quanto sia centrale che la società metta tutti quelli che lo desiderano nelle condizioni di avere un figlio: “Non tocca ai giovani sacrificarsi, siamo noi adulti che dobbiamo creare una società amichevole nei loro confronti”.