Sala gremita con pubblico in piedi stamattina, sabato 11 maggio: il tema delle migrazioni è sempre al centro del dibattito e tanto più all’indomani delle dichiarazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini che propone maxi multe per chi soccorre i profughi. Così la presentazione al Salone del Libro di Venne alla spiaggia un assassino di Elena Stancanelli, che nell’ottobre scorso è salita a bordo della Mediterranea Saving Humans impegnata nella sua prima missione, assume una valenza ulteriore. Sul palco insieme a Stancanelli, i promotori dell’appello di gennaio “Non siamo pesci” Luigi Manconi e Sandro Veronesi.
Il primo a intervenire è stato Manconi, ex parlamentare e già presidente della commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, che non si è sottratto dal dire la sua sul progetto salvinano: “Ciò che è accaduto ieri sembra appartenere alla letteratura dispotica, all’incubo di una società che oscilla tra l’horror e il mercantilismo portato a livelli mai visti nella storia umana e, credo di non esagerare, se non all’epoca della schiavitù. Una posizione da cui è difficile tornare indietro”.
Sin dall’intervento di Manconi è emersa una caratteristica centrale nell’opera di Stancanelli, il racconto della sua esperienza con gli attivisti delle Ong descritti non come eroi ma come persone normali, con i loro pregi e difetti: “C’è il rischio di vedere nelle Ong una proiezione virtuosa della propria viltà: riscattano i nostri silenzi, la nostra indifferenza, sostituiscono la pusillanimità con la forza di agire in prima persona. Sono seri professionisti anche quando fanno attività volontaria, hanno un ruolo importantissimo nel salvare la dignità di un continente e di un Paese ma non sono eroi, anzi: vederli come tali significa allontanarli da noi, collocandoli in una dimensione extraterrestre. Sono persone come noi che semplicemente hanno scelto, sulla base di scelte razionali, un mestiere difficile e rischioso. La santificazione non è che l’altra faccia del disprezzo perché li allontana, li rende figurine”.
È la stessa Stancanelli a sintetizzare il suo approccio: “Basterebbe rileggere l’Iliade per ricordarsi che gli eroi hanno fatto cose terribili; per questo nel mio lavoro mi sta molto a cuore la complessità. Ogni volta che si salta la complessità, si va nella direzione sbagliata”.
Anche lo scrittore Veronesi ha commentato la promessa di Salvini: “La giornata di ieri è emblematica della strategia del colpo di stato ‘bianco’ nei confronti di persone, i ministri, che forse non si accorgerebbero nemmeno di essere esautorati. Una strategia annunciata: ho passato i giorni scorsi a leggere i commenti infuriati dei seguaci di Salvini perché non riusciva a impedire alla nave di migranti che ce l’ha fatta da sola di sbarcare, alla nave militare di salvarli mentre stavano affogando, e a quella dei centri sociali di salvarli e sbarcarli.”
Ai nostri microfoni, Stancanelli ha spiegato:
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