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Spuntini da Mondiale: per i russi i semi di girasole surclassano la pizza

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In attesa di seguire Uruguay-Russia, la padrona di casa non rinuncia agli snack da Mondiale.

Coppa del Mondo 2018: pomeriggi e sere – quasi – d’estate passati davanti allo schermo. Pizza calda da condividere, birra gelata da togliere dal freezer. Un culto talmente irrinunciabile durante le partite di calcio, da aver contagiato anche i tifosi russi a Torino, e non solo. Ma quando il fascino della cucina italiana non basta e il richiamo della madrepatria diventa insistente, si torna alle tradizioni di origine.

Non c’è russo che non abbia mai masticato semechki. C’è chi giura di esserne diventato ossessionato. Sono semi di girasole tostati da sgranocchiare alla velocità della luce. La dipendenza non nasce solo dal gusto ma dalla sfida nell’aprirli, rosicchiarli e buttare via le bucce un po’ dove capita. Con serie conseguenze per tappeti e divani. E tra un seme e un sorso di birra il rito potrebbe andare avanti all’infinito. In continuità, dalla Russia al Piemonte.

Tifosi russi a Torino, tipoco spuntino da Mondiale

Per i tifosi più coraggiosi ma soprattutto per i più affamati non mancano gli spuntini sostanziosi. Nell’ansia di seguire partite spesso incerte, i russi non possono privarsi del vobla. È un pesce d’acqua dolce solitamente affumicato, servito con frutti di mare secchi. In aggiunta, taglieri pieni di calamari essiccati e krevetki, piccoli gamberi bolliti e poi fritti in pastella.

Per chi non fosse ancora sazio o decidesse di mangiare nervosamente aspettando il goal decisivo, ci sono anche i crostini. Strisce di pane molto sottili, imburrate e poi dorate in padella condite con aglio, pomodoro o formaggio e accompagnate da salse di tutti i gusti. E se la birra non disseta abbastanza e gli snack si rivelano un po’ troppo pesanti, spazio alla kvas, una tipica bevanda estiva molto leggera e non troppo alcolica.

MARTINA MEOLI