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Spazio Futuro: la mobilità sostenibile al Museo dell’Automobile

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Ha preso forma al Museo Nazionale dell’Automobile Spazio Futuro, una nuova sezione del percorso espositivo dedicata alla mobilità sostenibile. Il progetto, che si pone l’obiettivo di dare vita a un “ambiente immersivo e flessibile, pensato per accompagnare i visitatori alla scoperta delle tecnologie innovative che stanno ridisegnando la mobilità sostenibile”, è stato ideato insieme a Fondazione Links e Herbert Simon Society.

Si tratta di un viaggio immersivo nel futuro che, tramite maxi schermi, simulatori e video interattivi, mira a sensibilizzare e responsabilizzare i visitatori sull’importanza di fare scelte consapevoli e sostenibili nel campo della mobilità. Spazio Futuro è parte di Mauto Future Mobility, iniziativa più ampia che vede la collaborazione di università e centri di ricerca, aziende come Eni e partner istituzionali come Camera di Commercio e Unione Industriali. Future Mobility si articola su quattro ambiti di intervento: oltre a Spazio Futuro, il progetto punta sull’educazione con Scuola di futuro, sulla divulgazione con Public Program e sulla ricerca con Future Mobility Lab.

L’idea dietro all’iniziativa, secondo l’Head of Future Cities & Communities Fondazione Links Maurizio Arnone, è fornire al pubblico una prospettiva originale verso il futuro, mettendolo in contatto con “le innovazioni che potranno cambiare il loro modo di muoversi, dal trasporto pubblico modulare alla mobilità urbana aerea, dalle strade intelligenti ai veicoli a zero emissioni”.

Questa nuova sezione espositiva del Museo Nazionale dell’Automobile si sviluppa in quattro sale: “osserva”, “cammina”, “esplora”, “orienta”. Spazio Futuro costituisce “un osservatorio, una piattaforma elaborata in costante aggiornamento e rappresenta un percorso di conoscenza e di scoperta in un ambiente scenografico futuribile, altamente tecnologico, multimediale e interattivo”. Il carattere dinamico e moderno dell’esposizione è in linea con le idee di Riccardo Viale, segretario generale di Herbert Simon Society, secondo cui un museo non deve essere “una collezione statica di oggetti, ma un laboratorio vivente di idee sul futuro”.

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