Partirà nell’anno accademico 2021-2022 il corso di studi interuniversitario in Design Sostenibile per il Sistema Alimentare presentato questa mattina in video conferenza dal Politecnico di Torino e dall’Università di Parma. Una collaborazione tra atenei per un percorso triennale innovativo e orientato al mondo del lavoro. I futuri ingegneri in design alimentare, infatti, sin dal primo anno avranno la possibilità di fare esperienze laboratoriali in realtà come Barilla e Lavazza, tra le aziende italiane che hanno accolto la sfida della sostenibilità nel packaging.
“Dobbiamo promuovere un impatto sociale positivo non solo per i territori del Piemonte e dell’Emilia Romagna, ma per l’intero paese”, ha detto Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino. “Questo percorso formativo – ha aggiunto – diventerà un esempio da replicare in tutta Italia perché formerà professionalità capaci di interfacciarsi con un mondo sempre più complesso”.
Cento gli studenti che avvieranno il corso di laurea in autunno. Il primo anno si svolgerà a Parma, dove sarà attivato il corso in Design per l’industria e per il prodotto alimentare. Il secondo anno sarà la volta di Torino, con un corso in Design per la sostenibilità sociale e ambientale del sistema alimentare. Arrivati al terzo anno, invece, gli studenti saranno smistati tra le due città.
“Il corso di laurea intende rafforzare il rapporto tra i due territori – ha spiegato Daniel Milanese, docente dell’Università di Parma – coinvolgendo tutti gli scenari della cultura industriale e imprenditoriale del made in Italy, dalla produzione al consumo. Parma e Torino sono due città creative Unesco rispettivamente nella gastronomia e nel design che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu”.
Ad intervenire durante la presentazione del corso, anche Giuliana Cirio, direttrice Unione industriale di Cuneo. “La pandemia ha rivoluzionato l’approccio al consumo – ha detto – Il consumatore è un soggetto più debole e provato che alla scelta razionale potrebbe prediligere una scelta emotiva, fatta soprattutto online. Per questo, l’arma del packaging alimentare sarà sfruttare questo aspetto attraverso il neuromarketing”.