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Simona Caramila: l’arte come terapia e inclusione

La passione profonda per Van Gogh, Chagall, per il surrealismo e per l’arte in generale. È questo ciò che è racchiuso nei quadri di Simona Caramila, artista di Pianezza. Le prime mostre sono state ospitate nel suo Comune. Poi, a partire dallo scorso aprile, l’esposizione a Torino.

Caramilla è autodidatta e ha cominciato a dipingere quando aveva circa 16 anni. “Ho iniziato con gli acquerelli. Poi, piano piano, sono passata ai colori a olio, che sentivo miei. Ho sempre amato Van Gogh e il Surrealismo, ma ovviamente nei miei dipinti ho messo anche la mia impronta. Se i miei quadri riescono a trasmettere qualcosa a chi li guarda, allora so di aver avuto successo – prosegue Caramila –. Credo che l’arte sia libertà di espressione, terapia, inclusione e condivisione. Amo quando i bambini e le persone sentono il rilievo del colore con le dita, un po’ come si fa con il braille”. Per dipingere infatti, usa i pennelli, ma anche la punta delle dita. Si tratta di una pittura materica, che l’artista invita a toccare. “Il mio desiderio è quello di diffondere sempre di più la consapevolezza che viviamo in un mondo in cui i disabili non devono essere emarginati: al contrario, vanno inclusi in una società che può e deve dare loro una formazione sia sociale, sia lavorativa”.

Caramilla fa parte degli artisti supportati dalla Lega del Filo d’oro, onlus che da 60 anni si occupa delle persone sordocieche e pluriminorate psicosensoriali. “Quando ancora stavo bene, davo delle piccole donazioni alla Lega del filo d’oro. Poi, quando mi sono ammalata, sono andata in depressione e ho ricominciato a dipingere. Elena, la mia compagna, ha deciso di inviare all’associazione alcuni miei quadri. Non pensavo mi avrebbero considerato: il mondo artistico è pieno di talenti. E invece, dopo qualche mese, mi hanno contattata. Proprio nel momento più difficile della mia vita, la Lega del Filo d’oro mi ha riconosciuto come artista”, racconta Caramila.

Dallo scorso aprile, le sue opere sono esposte da “InGenio bottega d’arti e antichi mestieri”, in via Montebello 28. La mostra, organizzata da Gat (Gruppo artistico tecnico), dalla Città di Torino e da Forme in bilico Aps è stata prolungata fino a fine maggio. InGenio è un progetto sociale della città di Torino che raccoglie i lavori prodotti nei centri diurni dedicati alle persone con disabilità. Il 90% del ricavato è destinato agli artisti, mentre il 10% è volto a finanziare altri progetti del Comune, sempre relativi all’ambito delle persone con disabilità e dell’inclusione. “Il Comune di Torino da tantissimi anni crede nella possibilità che l’arte sia uno strumento di inclusione per le persone con disabilità, di espressione di sé, di relazione con il mondo esterno – ha commentato Jacopo Rosatelli, assessore al welfare, diritti e pari opportunità –. Simona Caramila ne è un esempio: da un percorso che era iniziato come arteterapia, adesso è arrivata all’esposizione per il pubblico. InGenio è lo spazio in cui queste produzioni di questi artisti vengono esposte alla cittadinanza che tuteleremo nel suo essere una presenza di colore, amicizia e solidarietà del cuore della città”.