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Sgombero ex-Moi: le associazioni non ci stanno e denunciano “per fare le cose bene ci vuole tempo”

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“Non stiamo tenendo il passo che vorrebbero alcuni partiti di opposizione in Comune, ma per fare le cose per bene ci vuole del tempo. Non ha senso mettere una pezza che tenga sei mesi e lasciare che poi si riproponga lo stesso problema di occupazione altrove”. Il Comitato di solidarietà non ci sta e critica le lamentele di chi sostiene che lo svuotamento delle palazzine occupate dell’ex villaggio olimpico stia procedendo con troppa lentezza.

“Intessere un rapporto e guadagnare la fiducia dei ragazzi che vivono nei palazzi occupati è stata una sfida, non possono aspettarsi che adesso da un giorno all’altro le persone decidano di andarsene”, continua Nicolò, attivista del Comitato. Troppa pressione dunque per quanto riguarda le tempistiche di liberazione dei palazzi. Ma non tutto sta andando nel verso sbagliato. “Il lavoro del comitato creato dall’amministrazione per risolvere la questione si sta muovendo nella giusta direzione, secondo due linee: da un lato, finalmente si lavora sull’integrazione sociale dei ragazzi, tanto che adesso 45 di loro hanno trovato un impiego nei cantieri navali. Dall’altra, ci si sta concentrando sulla ricerca di una soluzione per le situazioni più a rischio, come quelle dei migranti che vivono negli scantinati dei palazzi occupati oppure quelle di chi ha problemi di salute”, spiega Nicolò. “Gli occupanti non sono lì perché vogliono vivere sulle spalle degli altri ma perché nei centri d’accoglienza non hanno ricevuto una preparazione adeguata per affrontare la vita in Italia e riuscire a sostenersi autonomamente, è questa l’origine del problema”.

Il sentiero che il comitato ha intrapreso sembra quindi essere quello giusto. Tuttavia, al di là di iniziative istituzionali che potrebbero destare i sospetti degli occupanti, la cui fiducia nelle autorità è notoriamente ben poca, un’altra via percorribile è quella che includa i cittadini della zona circostante. È questa la proposta di Con Moi che, infatti, punta sul creare una realtà di collaborazione tra il quartiere Borgo Filadelfia e gli abitanti dell’ex villaggio olimpico. Attraverso iniziative che vanno da attività artistiche ad appuntamenti di cucina, i volontari dell’associazione cercano di dimostrare che una nuova realtà di tolleranza è possibile.

Ma non tutti concordano. CasaPound, critica verso il percorso di liberazione degli immobili ex villaggio olimpico, il 27 maggio sarà in piazza Galimberti con un banchetto informativo organizzato dal Comitato ExMoi-Lingotto coadiuvato dai militanti del movimento. Un altro capitolo nella lunghissima storia dell’occupazione.

LISA DI GIUSEPPE