“Poyekahali” (“Si parte”). Alle 9.07 del 12 aprile del 1961 un ventisettenne Yuri Gagarin si staccava dal suolo terrestre per raggiungere una meta mai raggiunta da un uomo: lo spazio. Nonostante i mille problemi – tra rotture di trasmissioni di dati, problemi alle antenne e un razzo a dir poco obsoleto – Gagarin quel giorno diventò il primo uomo a orbitare intorno alla Terra, e a fare ritorno sano e salvo. Divenne così simbolo dell’intera Unione Sovietica, e una fonte di ispirazione per una futura generazione di astronauti.
“Conosco lui come tutti i miti del passato. Loro hanno fatto quello che sogno di fare, per questo li ammiro tutti. Però il mio idolo è Samantha Cristoforetti” ha raccontato Giulia Bassani – in arte Astro Giulia -ingegnere aerospaziale al Politecnico di Torino. “Quando al liceo ho cominciato a innamorarmi dello spazio, lei è la prima che ho conosciuto e la sua storia mi ha ispirata prima di quelle di tutti gli altri” ha confessato. “Se devo pensare a un astronauta del passato però dico Maurizio Cheli. È un mito”.
Ora lo spazio non è più solo una corsa a due tra Unione Sovietica e Stati Uniti.
“Gli Stati Uniti sono comunque sempre in pole position. Al loro interno sono nate società private come Space X, Blue Origin e Virgin Galactic, che si contendono i bandi Nasa per le missioni. A livello internazionale la Cina è l’altro contendente. Chissà che non ci stupiscano tutti e siano loro i primi ad arrivare su Marte” ha affermato Giulia.
Lo spazio non è poi un posto per soli uomini. “Pian piano le donne si stanno prendendo il loro spazio, in tutti i sensi. L’Agenzia Spaziale Europea punta molto sulle donne e nelle missioni ormai abbiamo raggiunto un buon equilibrio con gli uomini. L’esplorazione spaziale porta sempre benefici sulla Terra, anche a livello sociale. Spero che anche per la questione femminile questo possa accadere”.