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Il sistema economico piemontese resiste. I dati della congiunturale.

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In Piemonte le imprese registrano attese positive per occupazione, produzione e ordini. Sono questi i risultati dell’indagine congiunturale sull’economia piemontese presentati oggi, 15 aprile, presso l’Unione industriali Torino. La ricerca è stata condotta a marzo dal Centro Studi dell’associazione e il campione ha coinvolto circa 1.300 imprese del territorio, di cui il 70% appartiene al settore manifatturiero. 

Marco Gay, presidente dell’Unione industriali, ha aperto la conferenza stampa parlando di una tendenza generale abbastanza positiva. L’indagine ha analizzato parallelamente il contesto piemontese e quello del capoluogo, dal momento che Torino pesa un terzo del campione complessivo della regione. Le previsioni riguardano il secondo trimestre di quest’anno, mesi di grande incertezza globale a causa delle guerre e delle minacce dei dazi. L’export, per esempio, rimane negativo con un calo del 3,6% a livello regionale. È indubbio che ci sia preoccupazione ma, come sottolineato da Gay, “le nostre imprese continuano a fare le imprese”. I dati complessivi registrano, infatti, un cambiamento di tendenza di segno positivo. A livello regionale crescono gli investimenti, che interessano il 70% delle aziende. La tendenza si conferma anche a Torino dove il 23% delle imprese ha stanziato programmi di spesa significativi per investire in nuovi impianti. Inoltre, circa un terzo delle imprese torinesi ha ordini garantiti per più di sei mesi. 

Per quanto riguarda i ricorsi alla cassa integrazione i livelli rimangono simili al 2023. Si registra, tuttavia, maggiore tensione nei settori manifatturieri che faticano di più rispetto alla media piemontese con una percentuale che sale dal 10,5% (dato regionale) al 14,1%. I comparti in particolare difficoltà sono la metalmeccanica e il tessile, in cui oltre un quarto delle aziende ricorreranno alla CIG. A seconda dei singoli settori cambiano anche le previsioni rispetto alla produzione. Migliorano la chimica, il cartario grafico e l’edilizia ma soltanto l’ICT registra attese molto positive. 

Nonostante il faticoso contesto geopolitico, i numeri parlano chiaro: il sistema produttivo piemontese si dimostra resiliente. “È un momento complesso”, ha commentato Gay, “ogni giorno c’è un’inversione di rotta significativa ma il nostro territorio ha sempre avuto una relazione commerciale importante con gli Stati Uniti, molte multinazionali hanno sede in Piemonte e a Torino. E questo è un fattore rilevante che non si può prescindere. L’Europa è centrale, dobbiamo lavorare su politiche economiche efficienti”.

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