La seconda serata di Sanremo si deve scontrare con il difficile compito di intrattenere senza la magia della sorpresa del primo ascolto dei brani. Nonostante il cambio di co-conduttori, con un Nino Frassica come sempre in forma e una Bianca Balti dalla gioisità raggiante, purtroppo non sembra riuscirci bene. Lo pensa anche il musicista torinese Narratore Urbano: “La serata è quasi una replica della prima, non ci sono particolari guizzi, anzi sono collassato ripetutamente sul divano per la noia. Giorgia probabilmente vince, ma a questo giro Lucio Corsi convince di più. Resta comunque il fatto che la discografia italiana, a quei livelli, ha smesso di innovare e di mettersi in gioco”.
La piattezza è quella che viene notata anche da Alice Isnardi, cantautrice classe 2001, che parla di “un’edizione in carenza di idee musicali interessanti”, ma che riesce anche a trovare dei punti a favore per questa seconda serata: “Ho apprezzato la presenza della Balti e il ritorno di Big Mama, giovane artista con personalità”. Forse, però, non riescono a compensare quei momenti su cui invece la conduzione di Conti punta maggiormente cercando di attirare l’attenzione del pubblico. “Ho trovato evitabile la scelta di far performare un bambino di sei anni; prevedibile invece la scelta di invitare Damiano, un Harry Styles italiano”, ha infatti commentato la cantante.
Contro Damiano si scaglia anche G Pillola, definendolo “non del tutto necessario. Non possiamo dire con certezza che il passaggio a solista in pieno stile Harry Styles sia ben riuscito, ma sicuramente la pronuncia inglese è ancora troppo di Monteverde”. Il cantante apostrofa in maniera tagliente uno dei favoriti del festival, “Simone Cristicchi sta a Sanremo come Micheal Bublè sta al Natale”, ma ne apprezza invece un altro, Lucio Corsi: “È la quota più indie del Festival. La sua si riconferma una delle esibizioni più geniali e innovative. Simpaticamente anacronistico”.
Anche la musicista Ella Nadì è una fan del cantautore: “Voglio solo ringraziare Lucio Corsi per non essere diventato un duro o uno spaccino in fuga da un cane lupo. Grazie Lucio, per essere solo Lucio”.