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Se ne va Bruno Segre, avvocato, partigiano e giornalista

Si è spento a Torino all’età di 105 anni Bruno Segre, partigiano, avvocato, testimone degli orrori delle leggi razziali e della persecuzione della dittatura nazifascista. A trovarlo senza vita sabato 27 gennaio nella sua abitazione torinese la badante che lo seguiva da tempo. “Se n’è andato nella notte, a casa sua, serenamente come tutti vorremmo – ricorda il nipote, l’avvocato Ruben Segre -. Da grande figura della Resistenza qual era ha resistito fino all’ultimo”. Un lutto che arriva proprio nel giorno delle celebrazioni della Giornata della Memoria. “E la memoria di Torino e di tutta l’Italia – aggiunge ancora il nipote – perde un difensore dei valori della Resistenza, dei diritti civili, dei più deboli, delle minoranze di qualsiasi colore o confessione. Una figura attorno la quale oggi si stinge tutta la nostra comunità”.

Arrestato nel 1942 per disfattismo, dopo tre mesi di carcere entra in clandestinità e aderisce alla Resistenza. Catturato nel 1944 dalla Guardia nazionale repubblicana, prima viene trattenuto nella tristemente famosa caserma di via Asti e poi trasferito alle Nuove. Liberato si rifugia a Pradlèves, in Valle Grana, dove, tornerà spesso nel corso della sua vita. Terminata la guerra, è giornalista a “L’opinione” con Antonicelli, Parri e Calamandrei e poi a “Mondo nuovo”. Tornato alla professione legale (difese il primo obiettore di coscienza italiano), sarà tra i più appassionati alla causa del referendum sul divorzio, oltre che consigliere comunale del Psi, dal quale uscirà con l’arrivo di Craxi segretario. È stato presidente della Federazione provinciale torinese dell’Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti, presidente onorario della Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” (del cui organo ufficiale, Libero pensiero, è stato per anni direttore, così come de “L’incontro”) e presidente onorario della Consulta torinese per la laicità delle Istituzioni.

Lo ricordiamo, attraverso l’intervista ai microfoni di Futura News dello scorso aprile, nel cortile della Caserma di via Asti.

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