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Scritta antisemita macchia il Giorno della Memoria a Torino

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Scritte antisemite macchiano il Giorno della Memoria anche a Torino. Tra i numerosi episodi di antisemitismo nell’anniversario dell’apertura del campo di concentramento di Auschwitz, sotto la Mole si verifica uno dei casi più gravi. Nonostante le  migliaia di persone in corteo in centro città , e contemporaneamente la mobilitazione a Mondovì, con tratto scuro su sfondo chiaro, appare:”crepa sporca ebrea” sui muri di un palazzo di corso Casale, non lontano dalla Gran Madre. In quello stabile abita una donna di 65 anni di origine ebraica, figlia di Irene Ghiron Bigliani, staffetta partigiana. Proprio durante il Giorno della Memoria ha dovuto recarsi in questura per denunciare l’atto antisemita alla Digos che ora indaga sulla vicenda. La donna ha dichiarato di non voler cancellare la scritta, testimonianza di un atto incivile, ignorante e razzista.

Forte anche l’appoggio da parte delle istituzioni e della sindaca Chiara Appendino che ha contattato la signora e condannato l’atto sui social. Forte e perentorio il commento da parte dell’avvocato e partigiano Bruno Segre: “Nel Giorno della Memoria in cui si rievoca la tragedia della deportazione e dell’assassinio nei lager nazisti, chi ha vergato queste parole palesa una bassezza morale apparentata a quell’antisemitismo barbaramente praticato dal nazifascismo. Analfabeta della democrazia e dei principi enunciati dalla Costituzione, lo sconosciuto offensore si qualifica nel vile anonimato, confidando che il suo odioso gesto resterà impunito anche se condannato da tutti gli onesti.”

https://www.facebook.com/chiaraappendinosindaca/posts/3024695007541095

 

Si tratta dell’ennesimo caso di antisemitismo registrato in questi giorni nel nostro Paese: sul pavimento di un bar  in provincia di Brescia è comparsa una svastica accompagnata dall’epiteto “negra” indirizzato alla proprietaria di origine marocchina, sul muro di cinta di un campo da calcio di Giaveno, vicino Torino, sono comparse scritte fasciste, e tre giorni fa è toccato a Mondovì. “Juden Hier”, ovvero “Qui c’è un ebreo” recita la scritta apparsa in tedesco sulla porta dell’abitazione del figlio di Lidia Beccaria Rolfi, partigiana deportata nel lager di Ravensbrück. C’era anche la dalla Stella di Davide, come succedeva negli anni delle persecuzioni naziste in tutta Europa. La donna fino al 1996 ha vissuto lì e il figlio Luca riferisce che fosse molto amica di Primo Levi, con cui aveva condiviso il dramma della deportazione. Ieri sera gli abitanti di Mondovì hanno voluto sfilare lungo le vie della città per dire no a ogni forma di antisemitismo e razzismo. Ad aprire il corteo c’era lo striscione dell’Anpi con la scritta “Conservare la memoria”, durante la serata anche gli interventi del sindaco e del nipote di Lidia. Anche il sindaco di Milano si è schierato contro il gesto pubblicando sulla sua pagina la foto della propria porta di casa con la scritta “Antifa hier” (“Qui c’è un antifascista”), che ha scatenato una condivisione simile degli utenti social.

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Contemporaneamente alla manifestazione di Mondovì, erano 1500 le persone che sfilano in fiaccolata per le vie di Torino ieri sera, dal binario 17 di Porta Nuova, 5 nel 1943, da cui partivano i treni dei deportati, fino al Carcere le Nuove. Erano presenti anche il presidente della Comunità Ebraica, Dario Disegni, che ha citato l’episodio di Mondovì e esortato la partecipazione collettività per sconfiggere antisemitismo e razzismo.

VALERIA TUBEROSI