“Contro l’indecente sentenza le maestre fanno resistenza!”. È lo slogan che stamattina, lunedì 8 gennaio, campeggia davanti all’ufficio regionale scolastico di Torino in corso Vittorio Emanuele II 70, dove circa trecento insegnanti delle scuole primarie e dell’infanzia con diploma magistrale stanno scioperando per protestare contro la sentenza del Consiglio di stato che potrebbe costare loro il posto in graduatoria.
L’adesione allo sciopero nazionale indetto da Cub e Cobas, Saese e Anief sembra essere molto alta in Piemonte. “Ci arrivano dati confortanti: a Torino e provincia siamo al 60-70 per cento tra scuole chiuse o con classi dimezzate – ammette Stefano Capello del Cub -Abbiamo ricevuto solidarietà da molti docenti che non stanno rischiando concretamente di perdere il lavoro e questo ci fa molto piacere”. Si stima che siano una ventina le scuole elementari che oggi non hanno riaperto dopo le vacanze natalazie. Trenta se si considera anche la provincia.
LE IMMAGINI DELLO SCIOPERO NEL VIDEO DI EMANUELE GRANELLI
“La sentenza del Consiglio di Stato è una pietra tombale sulla scuola – commenta Marco Giordano dell’ Anief (l’Associazione nazionale insegnanti e formatori), una delle sigle sindacali che hanno indetto lo sciopero – “Ci aspettiamo che il Miur ponga rimedio a questa situazione assurda”.
Tante le storie di docenti che dopo anni di esperienza sul campo rischiano di essere retrocesse nelle graduatorie Gae. “Insegno dal 2006 all’istituto Comprensivo Centro storico di Moncalieri. Altro che laurea, conta l’esperienza sul campo”, protesta Eleonora Zocco, 36enne diplomata magistrale. Ancora più ricco il curriculum di Elena Bunino, 53 anni e insegnante dal 1991. “Ho iniziato con la prima e ora ho una quinta. Sono diplomata magistrale, ho pure vinto il concorso per accedere all’insegnamento e ora rischio il licenziamento: è una vergogna”.
I sindacati hanno distribuito dei volantini con una bozza di decreto legge sostitutivo della sentenza del Consiglio di Stato, che eviterebbe il licenziamento di migliaia di maestri diplomati e con laurea non abilitante.
Nella tarda mattinata gli insegnanti si sono organizzati in un corteo spontaneo che li ha riportati sotto alla sede dell’ufficio scolastico regionale. Durante i colloqui con il direttore, i rappresentanti sindacali hanno presentato la bozza di decreto legge alternativo, con la speranza di portarlo il prima possibile a livello nazionale per una discussione. “In Piemonte la situazione è particolarmente grave” spiega Daniela Rosano, rappresentante territoriale di Anief “Perché con questi licenziamenti si svuoterebbero le classi, non rimarrebbe più nessuno a insegnare. E in più c’è il cavillo tecnico secondo cui chi viene allontanato verrebbe poi riassunto ma come precario”.