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Studenti in piazza contro riarmo e precariato

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Gli studenti delle scuole e delle università torinesi si sono dati appuntamento questa mattina, 4 aprile, in piazza XVIII Dicembre per manifestare contro le politiche del governo in materia di istruzione e il riarmo europeo. Lo sciopero, promosso da Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa) e dall’organizzazione giovanile universitaria Cambiare Rotta, ha radunato ragazzi delle scuole superiori, universitari e lavoratori precari del mondo della formazione, rappresentati da Usb (Unione Sindacale di Base).

Il corteo si è mosso dal punto di incontro intorno alle 10 intonando slogan contro il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara e la ministra dell’Università Anna Maria Bernini. La protesta degli studenti, come ha spiegato una rappresentate di Osa, nasce dalla decisione dell’Unione Europea di stanziare 800 miliardi per il riarmo, fondi che, secondo i manifestanti, sarebbero dovuti essere destinati alla scuola. Un membro di Usb ha affermato che “la gestione autoritaria e retriva del dicastero dell’istruzione ci sta portando indietro di decenni da un punto di vista culturale ed educativo”.

Se, infatti, come ribadito più volte nel corso dello sciopero, l’Italia e l’Europa trovano modo di finanziare l’acquisto di armi, non è possibile giustificare lo stato delle scuole e delle università, che hanno strutture fatiscenti e aule sovraffollate. Questi soldi, inoltre, secondo gli studenti, sarebbero dovuti essere investiti nell’aumento dei salari degli insegnanti e per combattere il precariato nel mondo della formazione. I manifestanti hanno poi sottolineato la necessità di facilitare l’accesso a borse di studio e residenze agli studenti, abbandonati dal governo a far fronte da soli all’emergenza del caro affitti. Il risultato di queste politiche è una vera e propria “selezione di classe”.

Dure critiche sono state poi rivolte all’alternanza scuola-lavoro, accusata di essere uno strumento nelle mani della politica per abituare i giovani allo sfruttamento e al precariato. Gli studenti “vengono mandati a lavorare gratuitamente e senza sicurezza”. Secondo gli scioperanti, mentre il governo di Giorgia Meloni, complice una colpevole quiescenza da parte dell’opposizione di centro-sinistra, continua a tagliare fondi per la spesa pubblica, l’offerta formativa nelle scuole diventa sempre più carente e sottofinanziata.

Il corteo ha fatto tappa in alcuni luoghi simbolici di Torino. Dopo essere passati dalla sede della Città metropolitana, dal palazzo dell’Unione Industriali e dal rettorato dell’Università di Torino, i manifestanti si sono fermati in piazza Castello. Qui gli studenti hanno simbolicamente dato alle fiamme una bandiera dell’Unione Europea e scagliato pomodori contro fotografie raffiguranti gli obiettivi polemici della manifestazione, da Meloni a Valditara, passando per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.

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