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Piazza San Carlo: il racconto del panico nella finale di Champions

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Ore 22.15, 3 giugno 2017, piazza San Carlo. Cosa ha causato quelli che secondo le ultime stime sono 1.527 feriti, tra cui un bambino di sette anni in condizioni critiche? 

Siamo al 70° minuto di gioco: il Real Madrid ha appena segnato il 3-1 nella finale di Champions League contro la Juventus. La tristezza rassegnata dei tifosi bianconeri, un momento per tirare il fiato, e poi il panico: persone che si sono alzate e messe a correre furiosamente, le grida, i “Ma che c… succede?”, la follia dei primi secondi. Il tanto temuto primo attacco terroristico in Italia? Bande rivali di tifoserie? Per una lunghissima ora ha regnato il caos e l’assenza di risposte all’unica, fondamentale domanda: cosa era successo? Un tifoso con la maglietta della Juve insanguinata e una scarpa sola parlava di cariche della polizia, un ragazzo a petto nudo e schiena ferita di un forte fischio. Ma poi è bastato rivolgersi alle persone giuste e seguire i vigili del fuoco per avere la risposta: una grata d’accesso al parcheggio sotterraneo non ha retto la spinta dei tifosi ed è stata divelta. Ma in un luogo chiuso come piazza San Carlo, per dieci persone che iniziano a correre e spintonare ne seguono cento, poi mille, poi tutti. E la psicosi collettiva può far passare il rumore della caduta di una ringhiera per il botto di un’esplosione. Ad ogni modo, la Procura di Torino ha aperto un’inchiesta per cercare di fare ulteriore luce sulla dinamica degli eventi. Al vaglio c’è anche l’ipotesi di un procurato allarme da parte di due giovani, già denunciati e che avrebbero ammesso di avere avuto un ruolo nel creare il panico.

Se le cause sono da accertare, le conseguenze sono sembrate da subito tangibili: famiglie separate, contusi, ragazzi che inciampando cadevano su bottiglie di vetro rotte. E dappertutto un odore di sangue e birra. Schegge scricchiolanti a terra, lampeggianti della polizia, ululati delle sirene e i nomi dei dispersi ripetuti negli altoparlanti da polizia e protezione civile. Le persone sono scappate ovunque, cercando le vie di fuga più accessibili. Non trovandole, però.

Per una folla così grande, piazza San Carlo offre scappatoie solo in punti troppo lontani da raggiungere velocemente. E pieni di ostacoli: lattine, zaini, scarpe, vetri e corpi di chi cercava di fare lo stesso. In pochi sono riusciti a scappare via per tempo senza conseguenze e hanno continuato a correre: tra questi, una famiglia di turisti recuperati da un tassista in via Nizza e riportati a Borgo Dora. Nel frattempo, in piazza continuavano a venire trasmessi gli ultimi minuti della finale, e qualche tifoso illeso non è riuscito a non alzare lo sguardo al maxischermo.

 

Da lunedì 5 giugno tutti gli oggetti di valore recuperati in piazza San Carlo potrebbero essere presso uno di questi tre punti:

  • il Commissariato Centro della Polizia di Stato, via Giuseppe Verdi 11
  • il Nucleo mobile della Polizia Municipale di Torino, via Bologna 74
  • l’Ufficio Oggetti Rinvenuti della Città di Torino, via Meucci 4

Il ritrovamento non è sicuro. Subito dopo i tumulti della piazza non sono mancati infatti atti di sciacallaggio, seguiti da due arresti.

Qui tutto ciò che c’è da sapere per aiutare la Questura di Torino alla ricostruzione dei fatti, con i recapiti e-mail e telefonici da contattare.

 

VALERIO BARRETTA
MARTINA PAGANI