La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Salute mentale, in Piemonte 850 mila persone soffrono di disturbi

condividi

Sono circa 170 le persone che accedono al Pronto soccorso ogni giorno in Piemonte a causa di disturbi mentali. Il dato emerge dall’ultimo rapporto sulla salute mentale pubblicato dal ministero della Salute alla fine del 2024 e fotografa alla perfezione la portata dell’emergenza. Le persone in carico ai dipartimenti della Regione nel 2023 erano quasi 74mila, mentre 850mila convivevano nello stesso periodo con situazioni di disagio crescente.

Il tema in questione è particolarmente delicato, perché patologie e disturbi si presentano in forme molto diverse, intercettarle e intervenire di conseguenza diventa complicato. Anche per una questione di organizzazione delle strutture ricettive e di cura. “I pazienti affetti da anoressia, per esempio, ricevono cure poco integrate. Diverse strutture e diversi dipartimenti si occupano di una piccola parte della malattia, perdendo la visione di insieme e trascurando così la cura del disturbo mentale. E questa frammentazione ostacola il lavoro”. Lo spiega Alberto Siracusano, professore emerito di Psichiatria, all’Università Tor Vergata e coordinatore del tavolo tecnico ministeriale sulla salute mentale, intervenuto a un convegno sul tema organizzato da Motore Sanità e tenutosi a Torino il 30 maggio. L’approccio proposto da Giuseppe Nicolò, direttore Dsm-Dp Asl Roma 5, è condiviso anche da Carlo Picco, presidente di Federsanità Anci Piemonte: “Il lavoro sociale degli ultimi anni non ha funzionato, ha portato a disgregazione. Per questo vogliamo trattare il maggior numero possibile di problemi in un’unica filiera. Pensando però a percorsi studiati in base alle fasce d’età”.

La serie di think tank promossa da Motore Salute ha anche stilato una to do list per cercare di risolvere i punti più critici dell’emergenza. Tra le questioni trattate spicca anche quella riguardante le strutture ricettive e residenziali. Per il direttore della struttura complessa di psichiatria dell’Asl Giorgio Gallino “oggi strutture come le Rems hanno spesso solo funzione contenitiva, ma non sempre si riscontrano risultati effettivi nella riabilitazione dei pazienti affetti da disturbi mentali”. Rincara la dose Nicolò, direttore Dsm-Dp Asl Roma 5 e vice di Siracusano al tavolo tecnico ministeriale: “Se ci si affida a soluzioni residenziali, la cura deve durare molto, deve essere un processo continuativo”.

Tra le altre questioni urgenti segnalate dagli esperti, anche la prevenzione, il potenziamento della telemedicina e la lotta allo stigma. In questo campo sono fondamentali non solo i media tradizionali, ma anche i social, strumento utilizzato dalla fascia d’età più colpita da disturbi mentali, quella tra i 18 e i 25 anni.

Articoli Correlati