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SalTo22: i libri che hanno salvato la vita

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Un successo sotto ogni punto di vista per la 34esima edizione del Salone Internazionale del Libro. Ieri, durante la conferenza stampa di chiusura, il direttore Nicola Lagioia ha confermato che questa edizione, è stata la più partecipata di sempre, registrando ben 168.732 spettatori. Se si contano anche gli espositori di libri, gli ospiti degli incontri e i giornalisti chiamati a seguire l’evento, il numero di presenze sale ulteriormente.

Gli eventi ospitati sono stati ben 1466, divisi in 49 sale a cui hanno preso parte quasi 90mila persone. Un traguardo memorabile per tutto il mondo dell’editoria e della cultura e un successo che va intitolato anche a Lagioia, giunto alla sua ultima edizione in qualità di direttore. A nulla sono valse le polemiche mosse da Striscia la Notizia che nei giorni scorsi hanno investito proprio Lagioia. Il programma satirico aveva recuperato vecchie dichiarazioni poco felici all’indirizzo della scrittrice Melissa Panarello.

Un evento del genere da solo è stato in grado di dare una scossa al mondo dell’editoria, sintomo che i libri hanno un valore. Ma oltre a quello economico, tra le pagine e le parole degli autori si possiamo trovare qualcosa che salva la vita delle persone o che la cambia per sempre. Abbiamo quindi deciso di chiedere proprio agli ospiti del Salone di raccontarci quali sono i libri che hanno cambiato la loro vita.

Luciana Litizzetto e Fabio Fazio, volti storici del programma “Che tempo che fa”, hanno risposto rispettivamente “Pippi Calzelunghe”, classico della letteratura per ragazzi scritto dall’autrice svedese Astrid Lindgren, e “Favole al telefono” di Gianni Rodari.

Mario Calabresi, ex-direttore di Repubblica e attualmente direttore della società di produzione podcast Chora Media, ha risposto “Robinson Crusoe”, storico romanzo di avventura scritto da Daniel Dafoe. Ha poi specificato la scelta dicendo: “Mi ha insegnato che anche se uno naufragava e rimaneva solo, poteva farcela a sopravvivere e ricominciare”.

Davide Demasi, cabarettista, equilibrista e giocoliere, ha risposto “Grande Houdini” di Massimo Polidoro, testo dove si ripercorre la biografia del più famoso illusionista ed escapologo della storia.

Barbascura X, chimico e divulgatore scientifico, ha citato “Il sistema periodico” di Primo Levi, motivando così la scelta: “Me lo ha consigliato un professore quando facevo il perito chimico e mi ha fatto appassionare alla materia ma anche a tematiche importanti come quelle della guerra e della segregazione. Mi ha salvato perché io ora vivo facendo la stessa cosa: racconto la scienza usando pretesti narrativi e non so se sarei qui se non fosse stato per quel libro”.

Abbiamo sentito anche il parere del direttore Lagioia, che ha scelto “Una questione privata” di Beppe Fenoglio, definendolo: “Una storia d’amore, una storia di guerra, una rivisitazione del mito di Orfeo ed Euridice. E poi la lingua, il suono di Beppe Fenoglio, sembra venire dal futuro”.

Tra le risposte più sorprendenti quella del giornalista di La Stampa Domenico Quirico, che ha ricordato un episodio che lo ha visto protagonista molti anni fa. Mentre si trovava in Congo venne scambiato per un mercenario e catturato dalle milizie tutsi. Frugando però nel suo zaino, i militari trovarono un libro di Nicolette Bachmann, storica belga che aveva descritto il genocidio del Ruanda che aveva colpito proprio i tutsi, e decisero di liberare Quirico. Un libro che ha letteralmente salvato una vita.