La sala stampa è uno degli ingranaggi fondamentali del Festival, ma anche uno dei più sconosciuti e criticati. A chi guarda da casa sembra molto lontana, o addirittura “nemica”. Per avere una prospettiva da insider, abbiamo parlato di questo contrasto e di altro con il giornalista Federico Casanova, ex studente del Master in giornalismo Giorgio Bocca, che quest’anno fa parte della giuria della sala stampa del Festival, per The Hollywood Reporter.
Iniziamo dalla questione che ogni anno solleva le polemiche, il rapporto tra il voto della stampa e quello del pubblico da casa. Spesso il pubblico ha opinioni diverse rispetto ai giurati: tu avverti questa discrepanza?
No, quest’anno in particolare vedo che noi della sala stampa siamo abbastanza in linea con il televoto. I primi 5 eletti dalla sala stampa nella prima giornata sono stati riconfermati nelle posizioni alte nelle serate successive in cui si votava da casa. Da fuori può sembrare che ci sia un contrasto, ma quest’anno decisamente non è così.
Invece internamente alla sala stampa com’è l’atmosfera durante il Festival? Tra giornalisti si creano discussioni accese sulle votazioni? Vi confrontate prima di votare?
Mi sembra che ci sia una visione comune di come sta andando il Festival, tutta la sala stampa ha grande favore per artisti in gara come Simone Cristicchi, Achille Lauro e Lucio Corsi. Comunque noi giornalisti ci scambiamo continuamente opinioni durante il giorno, confrontandoci, ma è completamente sbagliato pensare che ci siano casi di “voti concordati”. Sarebbe impossibile, visto che addirittura certi colleghi hanno difficoltà nell’utilizzare il sistema di voto!
Tu applichi dei criteri particolari nel giudicare le canzoni? Per esempio, guardi più alla canzone in sé o all’interpretazione?
Mi baso molto sulle emozioni della performance dal vivo, perché in quanto giornalista ho avuto la possibilità di leggere i testi e ascoltare le canzoni prima dell’inizio effettivo del Festival. Ora quindi mi sento chiamato a dare più attenzione al live, a quello che i vari artisti riescono a suscitare con la loro esibizione.
Ora la domanda di rito. La performance che ti è piaciuta di più, e quella che più ti ha deluso, e magari anche una performance che invece ti ha inaspettatamente sorpreso.
Parto da un presupposto: quest’anno mi sembra che ci sia un livello medio-basso delle canzoni rispetto a quelle delle edizioni del recente passato. In ogni caso, per me i migliori sono stati i Coma Cose: hanno davvero una grande carica e sono riusciti in maniera un po’ dolce e canzonatoria a coinvolgere il teatro. In negativo invece citerei Rkomi, ma il mio è un giudizio puramente a livello personale, ho trovato le sue performance abbastanza piatte e soprattutto la sua pronuncia non è fluida. Chi mi ha inaspettatamente sorpreso è stato Brunori Sas, che ha portato un brano abbastanza impegnato ma è riuscito a presentarlo sul palco in una maniera coinvolgent, ficcante, col suo modo di porsi come artista.