Lo sport abbatte i muri, lo sport vince le differenze. Ma non sempre. Ad esempio, un atleta omosessuale può serenamente manifestare il suo orientamento affettivo? Il tema è stato di attualità qualche mese fa: dopo aver guidato la Nazionale femminile alla medaglia d’argento nei Mondiali di volley, la pallavolista Paola Egonu ha fatto coming out finendo in prima pagina sui quotidiani sportivi. Non sono però molti gli atleti famosi o i professionisti che si sono dichiarati, segno che continua ad esserci una parete invisibile difficile da far crollare, soprattutto negli sport di squadra e laddove l’attenzione mediatica è maggiore. In coerenza con il tema di questa edizione “Visibile Invisibile”, venerdì 29 marzo, Biennale Democrazia ha dedicato un incontro a “Lgbt nello sport”. Nel Salone delle Arti del Cecchi Point, il conduttore radiofonico Diego Passoni e Vera Tripodi, ricercatrice in Filosofia morale all’Università di Torino, hanno parlato ai ragazzi delle scuole di stereotipi di genere e omofobia. Ospiti speciali tre rappresentanti del Libera Rugby Club di Roma, la prima squadra gay-friendly e inclusiva in Italia.
IL COACH
Valerio Amodeo è il capo-allenatore che cura gli allenamenti della squadra amatoriale del Libera Rugby. Un gruppo numeroso, formato da una quarantina di atleti di età compresa tra i 20 e i 50 anni. La società è nata nel 2013, Valerio è nello staff tecnico da questa stagione, con lui collaborano altri due allenatori, Mario Salvi e Fabrizio Morlacchi.
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I GIOCATORI
Simone Bonanni e Fabrizio Costantini sono due giocatori del Libera. Simone fa parte del gruppo da un anno, dopo aver praticato a lungo il nuoto e senza che prima conoscesse il mondo della palla ovale. Fabrizio il rugby lo seguiva da spettatore, grazie al Libera da due anni lo gioca sul campo e ha trovato un ambiente in cui si sente pienamente libero.
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