In Piemonte passa una delle rotte migratorie più importanti d’Europa. La Valle di Susa, infatti, è spesso l’ultima tappa della rotta balcanica verso la Francia e i Paesi dell’Europa Occidentale. Futura News è andata a vedere cosa succede al confine di Claviere, tra gelo, neve e respingimenti.
La Croce Rossa è uno degli attori cruciali nella rete solidale che si sviluppa nella valle. Il viaggio parte dal lavoro dei suoi volontari, che spazia dalla prima ospitalità, al soccorso in alta montagna, ai trasferimenti nei vari luoghi di assistenza umanitaria del territorio. Come il rifugio Fraternità Massi di Oulx. Gestito dall’associazione Talità Kum, che fa capo a don Luigi Chiampo, il rifugio offre riparo e cibo ai migranti che arrivano in paese. Persone che si uniscono a quelle respinte alla frontiera, tra Claviere e il Monginevro. Su entrambi i versanti del confine, si percepisce chiaramente l’assenza dello Stato. O meglio, come ci ricorda il ricercatore Piero Gorza, la sua assenza nella gestione umana del fenomeno, mentre nel controllo militare delle frontiere è assolutamente presente.
A Briançon il rifugio solidale ha chiuso per protesta, contro l’inazione delle istituzioni nazionali e internazionali a fronte della mole del flusso. E così i migranti vivono sotto una tenda allestita da Medici Senza Frontiere, in mezzo alla neve e al fango. Scaldandosi attorno al fuoco di un bidone di latta.