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Riutilizzo, il nuovo rapporto fotografa l’evoluzione del settore

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“Sono oltre 100 mila gli addetti italiani della seconda mano. Il grande flusso dei decisori, il mainstream, si interessa finalmente al riutilizzo e lo pone al centro delle sue politiche e strategie. Per gli operatori si è aperta un’epoca di sfide, che riguardano gli standard operativi e ambientali, gli obiettivi, le scale industriali e la legalità” spiega Pietro Luppi, presidente dell’Osservatorio sul Riutilizzo e estensore del Rapporto. Di questo e molto altro si parlerà oggi (14 maggio) alle 18 alla presentazione online (visibile a questo link) dell’annuale report Nazionale sul Riutilizzo.

In questa ottava edizione, il Rapporto testimonia l’attualità del tema e la profonda evoluzione che sta investendo il settore del riutilizzo, riassunta nel sottotitolo “Dalla nicchia al mainstream”. Il rapporto contiene numerosi focus tematici, e si apre con una sezione dedicata al tessile.
Il documento descrive questo scenario con contenuti, dati e interviste originali e include articoli pubblicati sul tema negli ultimi due anni. Si apre in una prospettiva europea, con i dati del riutilizzo che Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e i suoi omologhi di altri paesi europei sono tenuti a fornire dal 2023 all’Agenzia Europea per l’Ambiente, prendendo come primo anno di riferimento i numeri del 2022. Dai dati emersi dal rapporto Ispra si parla di 232 mila tonnellate di beni intercettati dai vari operatori: cifra che però raddoppierebbe se emergesse l’intero settore.

“Non si tratta di burocrazia inutile – sottolinea il Presidente di Rete Onu Alessandro Stillo -. È infatti a partire da questi dati che vengono elaborate le politiche riguardanti il settore del Riutilizzo. Se i dati sono errati e superficiali, le politiche sono per forza di cose sbagliate e inefficaci. Il 29 febbraio 2024 l’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea) ha pubblicato la prima versione dei report consegnati dai paesi dell’Unione Europea”.

“Molte le novità normative che riguardano il tessile, con l’imminente uscita del decreto ministeriale sulla Responsabilità Estesa del Produttore (Epr) per i rifiuti tessili, composti in buona parte da abiti usati riutilizzabili. Decreto che ha lo scopo di migliorare la filiera del recupero tessile grazie all’intervento organizzativo e finanziario dei produttori, rendendo più trasparente la filiera degli indumenti usati e vigilando sulle operazioni di raccolta e trattamento. Ma si può andare oltre” spiega Alessandro Giuliani, portavoce di Rete ONU e imprenditore”.


Al tema delle esportazioni il Rapporto dedica un ampio approfondimento, con dati, interviste e casi studio.
Un’altra sezione è dedicata al Decreto Ministeriale sulla preparazione dei beni per il riutilizzo, che gli operatori del settore aspettavano da molti anni, e un capitolo indaga sulle relazioni tra riutilizzo e solidarietà, affrontando inoltre il problema degli operatori vulnerabili del riutilizzo, definiti “maggioranza invisibile. Ci saranno poi approfondimenti sulle nuove tecnologie che riguardano l’usato e le tendenze dei consumatori.

“Il Rapporto non è solo un resoconto di dati e politiche – aggiunge Mario Sunseri, vicepresidente di Labelab – È un invito a riflettere sul nostro impatto ambientale e sulle azioni che possiamo intraprendere per migliorare, partendo dagli operatori del settore. C’è una consapevolezza ambientale crescente e forti cambiamenti nei comportamenti dei consumatori. Per le prossime edizioni del Rapporto grande attenzione dovrà essere posta al monitoraggio dell’attuazione del Decreto sulla preparazione al riutilizzo ed al monitoraggio della proposta di legge europea per la Direttiva R2R (Right to Repair – diritto alla riparazione) che dovrà obbligatoriamente confrontarsi con gli operatori del riutilizzo”.

Conclude il Rapporto un approfondimento sull’andamento del mercato dell’usato in Italia (dove si assiste a un significativo interesse dei giovani verso il mercato del second hand, del vintage, e in generale dell’Economia Circolare) e nel mondo, con il racconto di ciò che sta avvenendo in Giappone e in Cina.

Il Rapporto Nazionale 2024 è a cura dell’Osservatorio sul Riutilizzo e si avvale del sostegno di Rete Onu e della piattaforma Labelab, con patrocinio di Ispra.