Qual è il futuro del giornalismo? Ce lo chiediamo tutti i giorni, in tutte le redazioni, ne discutiamo in convegni e incontri, cerchiamo di trovarlo un po’ ovunque con sperimentazioni e nuove idee. Tutto ciò però non basta: per far sì che il giornalismo abbia un futuro, bisogna continuare a fare giornalismo. Più che farsi delle domande, bisogna tornare a farle, le domande. Il giornalismo deve tornare in mezzo alla gente, capire le sensibilità, percepire gli umori, ma non può sempre farlo affidandosi alla matematica e alla statistica dei sondaggi. Come si è visto, non funziona. Riavvicinare il lettore è la priorità, certo, ma tenendo fede ai valori di lealtà e buona fede che sono le colonne portanti della professione. D’altronde fare giornalismo significa fare un servizio. Ecco, bisognerà tornare a servire il lettore con semplicità e chiarezza. Senza prendere (e prendersi) in giro nessuno: non è certo con gattini e micetti che si può fare un servizio utile.