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Riaprire i teatri, se il pubblico viene prima dell’incasso

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Ancora prematuro fare previsioni per i teatri torinesi. Le valutazioni, quelle sì, sono già in corso. Nonostante la zona arancione, i sipari di Torino riflettono su una futura riapertura. Quella annunciata dal governo per il 27 marzo, giornata mondiale del teatro, è solo un timido spiraglio per una ripartenza ancora senza data.

Posti a sedere preassegnati, distanziamento interpersonale e capienza al 25% del totale. Sono le regole da seguire per far tornare il pubblico in sala nelle zone gialle del paese. Il nodo è tutto qui. Resistere anche di fronte a incassi insufficienti a coprire i costi oppure attendere tempi migliori.

“È chiaro che con la capienza al 25% gli introiti sarebbero bassissimi rispetto ai costi”, osserva Renzo Sicco, direttore della compagnia Assemblea Teatro. “Questo però – aggiunge – non è un limite assoluto, perché oggi il problema più grande è ritessere un rapporto con il pubblico”. Sono vuote da più di un anno, infatti, le poltrone dei teatri che lo scorso 22 febbraio si sono illuminati in tutta Italia per riaccendere i riflettori sui lavoratori del comparto.

Pensare di ripartire con la pandemia in corso è un progetto ambizioso, ma si può tentare. A questo è dedicata la nostra inchiesta di comunità che sta affrontando le conseguenze del Covid-19 su alcuni settori chiave come turismo e commercio, intrattenimento, sport e spettacolo. E per questo siamo alla ricerca di storie.

“Abbiamo tenuto calde le braci del fuoco di Prometeo”, ha detto in quell’occasione il direttore del Teatro Piemonte Europa, Valter Malosti dinanzi al teatro Astra. “Non vediamo l’ora di poter accogliere i cittadini attorno a questo fuoco, a questo ardore che è l’arte, di nuovo e ancora di più insieme”, ha spiegato. Un legame inscindibile quello tra il palco e il pubblico che il teatro Astra, come molti ha cercato di preservare. Lo streaming e l’aggiornamento online, le modalità scelte per tenere socchiuso il sipario in questi mesi.

“Ma il teatro non può essere streaming, il teatro è palco”, rivendicano dal Baretti. “Appena sarà possibile faremo di tutto per riaprire – dicono – ma aprire ha dei costi e se questi rischiano di non essere coperti dal numero dei biglietti venduti diventa complicato”.

Gestione, personale, organizzazione interna. Sono le variabili che, inevitabilmente, rischiano di condurre ad un bivio. Senza considerare il nodo delle produzioni. Lo evidenzia il Teatro Piemonte Europa, attivo in co-produzioni in diverse zone d’Italia: “Nello scegliere cosa riprogrammare bisogna tenere conto anche delle riaperture in altre zone del paese”. È la cautela che mitiga l’ottimismo della prima ora. Per recuperarlo, adesso, servono certezze.

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