Con la prima conferenza stampa in presenza dopo parecchi mesi, alla vigilia dell’inaugurazione dell’anno accademico 2020/2021 programmata per mercoledì 24 febbraio alle 11 (in diretta streaming sul sito del Poli), il rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco candida l’Ateneo tecnico torinese a giocare un ruolo da protagonista nella fase di ripartenza. E spiega: “Il Politecnico con le università piemontesi ha speso molte energie per supportare il nostro paese e fronteggiare la pandemia, ma ancor di più il Politecnico potrà fare per la futura ripartenza della nostra economia”.
Nell’incontro con la stampa Saracco ha sottolineato il continuo rapporto che deve intercorrere tra mondo del lavoro e mondo dell’università, “poiché – ha sottolineato – è compito di questa istituzione fornire giovani menti che siano sempre più preparate ad affrontare le sfide del presente e proporre nuovi modelli di lavoro e d’impresa che possano aiutare tutta la comunità”.
Il Rettore si è mostrato molto ottimista per i progetti che coinvolgono il Politecnico, che si trova in una situazione economica molto positiva, considerando che arriveranno dagli 80 ai 100 milioni di euro di finanziamenti nei prossimi tre anni. “Mai così tanti soldi come ora – ha commentato il Rettore – è bello che l’università sia concepita come il tramite per il cambiamento. I finanziamenti arriveranno un po’ alla volta: 30 milioni dalla regione, 20 dal governo, 5 dalla Camera di commercio. Arriveranno anche le donazioni della Fondazione Giovanni ed Annamaria Cottino. E l’ex ministro Gaetano Manfredi ha fatto partire un progetto da 450 milioni di euro per le università italiane”.
“Le nostre iniziative puntano ad attirare talenti e lavoro – ha detto il Rettore in apertura – : abbiamo riformato profondamente l’organizzazione della didattico per favorire questo orientamento”. Per Saracco stanno cambiando i punti di riferimento per i giovani rispetto generazioni precedenti: “Noi – ha proseguito – dobbiamo adeguare i processi formativi, è a prima missione del nostro ateneo”.
Secondo Guido Saracco l’università italiana deve muoversi in questa direzione, affinché “non sia vissuta come qualcosa di passivo”. Nel mondo di Internet, ha continuato il Rettore, bisogna puntare sulle competenze ma sopratutto sulla capacità di elaborare le informazioni: “Le soft skills ma anche le thinking skills vanno coltivate. Farsi una opinione, essere critici, pensare in modo divergente, fuori dal coro, o, come dicono gli inglesi, ‘fuori dalla scatola’. Se non facciamo così rischiamo che gli studenti siano schiacciati dalle informazioni”.
Moderatamente soddisfatto e ottimista il giudizio sulla travagliata didattica degli ultimi dodici mesi: “Ci siamo trovati ad avere un intero anno accademico di corsi registrato, il che è uno strumento favoloso. Diventerà obsoleto, come tutti, ma abbiamo avuto una crescita tecnologica enorme anche con l’uso delle tavole grafiche. Abbiamo avuto la possibilità di fare gruppi di lavoro internazionali dove ragazzi da vari paesi lavoravano in simultanea. Tutte le università italiane hanno dovuto fare fronte a una improvvisa svolta digitale a cui non erano preparate”.
Saracco ha spiegato che l’anno accademico terminerà in modalità mista, ma che per il prossimo il Poli punta al ritorno in presenza. Ma senza perdere il buono che la dad ha portato all’Ateneo di corso Duca degli Abruzzi: “Vogliamo sapere se sarà possibile mantenere questa modalità in futuro perché allo stato attuale si possono fare gli esami online, mentre normalmente per la legge italiana si potrebbero fare solamente in presenza”. Perché la dad, ha aggiunto con una nota polemica, ha portato risultati positivi sulle iscrizioni: “Qualche gufo pensava che il Politecnico avrebbe perso studenti, in realtà quelli provenienti dall’estero sono molto aumentati, soprattutto grazie alla didattica a distanza”.
Sul progetto della Gigafactory, l’impianto per la produzione di batterie a ioni di litio nella ex fabbrica Olivetti nel comune di Scarmagno. Saracco ha candidato il Politecnico a giocare un ruolo di supporto: “Il Politecnico ha tutto quel che serve. Siamo leader a livello italiano nella progettazione di batterie ecologiche. Stiamo alla finestra per vedere come si concretizza. Se fosse vero quel che si dice sarebbe un plus. Noi ci siamo, anche se non abbiamo nulla di concreto, nulla di co progettato con quella realtà imprenditoriale”.