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La retrospettiva del Massimo su Luis Buñuel, Della Casa: “Riscoprire un regista ha senso solo se si interagisce con il pubblico”

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“La critica deve presentare le cose in maniera accattivante e interagire con il pubblico, non può limitarsi a fare un’autopsia”. È così che il critico cinematografico Steve Della Casa si immagina la retrospettiva del cinema Massimo su Luis Buñuel: la proiezione delle copie restaurate di dieci suoi film quarant’anni dopo “Quell’oscuro oggetto del desiderio”, ultimo film del regista spagnolo, è partita la settimana scorsa e durerà fino a domenica 17. Saranno proiettate pellicole come “L’Isola che scotta”, “Il fascino discreto della borghesia”, “L’angelo sterminatore”, “Belle de jour” e “Viridiana”.

Un lavoro, quello del surrealista più famoso della sua epoca, che conserva ancora un’indubbia modernità, secondo Della Casa: “oggi il lavoro di Buñuel resta fortemente attuale, negli anni non c’è stato un solo movimento culturale che non abbia dovuto farci i conti e che abbia tralasciato il livello dell’inconscio, così fondamentale per lui”, spiega il critico, “in fondo il punto centrale attorno a cui si muoveva il movimento surrealista era la comprensione del modo di comunicare. Oggi, questo modo di lavorare rimane sicuramente nelle opere di Polanski, che propone una visione reale costantemente surclassata dal subconscio”. Secondo Della Casa, insomma, non c’è modo di fuggire dalla psicanalisi.

Quello di Buñuel è anche un cinema critico, fortemente ostile alla borghesia e al cattolicesimo: un approccio non banale alla realtà, che va al di là della realtà immediatamente percepibile. Tuttavia, non è facile trovare una critica sociale altrettanto forte nei lavori dei registi moderni. “Oggi questo tono non esiste quasi più”, racconta Steve Della Casa. “C’è bisogno di riscoprire i classici e farli vedere ai ragazzi, che in quell’occasione possono scoprire quante cose siano state inventate proprio da questi autori”.

Buona dunque per il critico l’idea di proporre una retrospettiva e proiettare alcuni tra i film che hanno segnato la storia del ‘900, ma che si faccia con criterio. “Oggi alla gente mancano gli elementi per scegliere cosa vedere”, conclude Della Casa, “la critica dovrebbe guidare il pubblico. Non si possono soltanto analizzare freddamente le nuove pellicole: una rassegna ha senso solo se si interagisce con il pubblico, non basta mostrare e basta”.

LISA DI GIUSEPPE