Tre schieramenti, tre candidati per la corsa alla presidenza della Regione Piemonte. Il quadro politico in vista delle regionali è ormai chiaro: Movimento Cinque Stelle, centrodestra di Alberto Cirio allargato ai centristi e centrosinistra di Pd e Verdi-Sinistra con Gianna Pentenero si sfidano per l’elezione del proprio candidato alla guida del Piemonte. Ma il cammino verso l’8 e 9 giugno, quando sotto le Alpi si voterà per la guida di Palazzo Piemonte in concomitanza con le elezioni europee è partito con alcuni colpi di scena. Quello più eclatante: il caso Gallo, che ha visto il consigliere Pd Raffaele rinunciare alla candidatura dopo le notizie sull’inchiesta che ha investito suo padre Salvatore e ha lambito anche lui.
Partito Democratico
“Lavoriamo sulle liste. Ci ho messo la faccia e gioco per vincere. A Raffaele mando il mio abbraccio e giudico positivamente la sua scelta” commenta così Gianna Pentenero la vicenda Gallo in un’intervista a Torino Cronaca del 7 aprile.
Educatrice in una cooperativa ed ex assessora regionale all’Istruzione con Mercedes Bresso e Sergio Chiamparino, Pentenero è attualmente assessora con deleghe a Lavoro, Sicurezza e Polizia locale nella giunta del sindaco di Torino Stefano Lo Russo.
Dopo che per mesi sono rimbalzate le papabili candidature di Daniele Valle e Chiara Gribaudo, alla fine il Partito Democratico ha trovato unità interna nella scelta di Pentenero. Le candidature già definite: da Diego Sarno a Domenico Rossi, da Maurizio Marello allo stesso Daniele Valle, tutti puntano a un posto in Consiglio regionale.
Il Movimento
Per il M5S la candidata è Sarah Disabato. Il nome è stato ufficializzato sabato 6 aprile. Scelta dai grillini all’unanimità, la coordinatrice regionale del Movimento lancia la sfida ai dem guidati da Gianna Pentenero e al presidente uscente della Regione, Alberto Cirio. “Parte il percorso per cambiare volto al Piemonte, per proporre un’alternativa a decenni di governi di centrodestra e di centrosinistra, due facce della stessa medaglia”, ha affermato Disabato, al fianco dell’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. E ha sottolineato che c’è un “programma chiaro” in vista.
Niente da fare per l’unione tra M5S e Pd. Nonostante le prove di dialogo sul campo largo anche in Piemonte, attriti e divergenze hanno avuto la meglio. Soprattutto su temi legati a diritti e ambiente, come ha spiegato la stessa Appendino in un’intervista al Corriere della Sera il 21 marzo scorso, dove ha rimarcato come fosse “impossibile presentarsi insieme”.
Il centrodestra di Cirio
“Il centrodestra vincerà in Piemonte e non per i problemi del Pd” cosi Salvini a Torino ieri ha commentato le elezioni. Il nome scelto da Forza Italia è quello del governatore uscente Alberto Cirio, appoggiato da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Unione di Centro e Noi Moderati. Nelle ultime settimane, si stanno tessendo le fila delle liste. La bilancia dei nomi della prossima lista civica targata Cirio pende verso il mondo sanitario. Nella rosa dei potenziali candidati si leggono Franca Fagioli, direttrice del dipartimento di cura del bambino del Regina Margherita, Roberto Venesia, segretario della Fimmg, e Mario Minola, ex direttore dell’ospedale di Novara. Ma Cirio sta incassando anche il supporto dei centristi. Azione, infatti, supporta Cirio, come ha ribadito il capogruppo alla Camera Matteo Richetti sul quotidiano “Il Foglio“. “Abbiamo scelto di dialogare con il centrodestra, qualificando su alcuni punti chiave il nostro sostegno, in particolare sui temi della sanità e del Pnrr.