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Regionali, i candidati dicono la loro su agricoltura e energia

“Viviamo un momento in cui una parte dell’industria manifatturiera ha maggiori certezze, come il settore aerospaziale. A fronte di questo, però, emergono incertezze nei settori che un tempo erano maggiormente sicuri e tra questi c’è l’agricoltura”. Così Alberto Cirio, presidente uscente della regione Piemonte e candidato del centrodestra per le elezioni dell’8 e del 9 giugno, apre il suo intervento al Foyer del Toro, nel Teatro Regio di Torino.

L’occasione è il confronto con Coldiretti Piemonte, che ha formulato un decalogo e invitato all’adesione i candidati per la presidenza e il Consiglio regionale. Cirio, imprenditore agricolo specializzato nella produzione di nocciole, gioca in casa. A farlo capire, lo scambio di battute con la presidente della federazione regionale Cristina Brizzolari e il direttore Bruno Rivarossa. A suo favore, oltre all’esperienza personale all’interno dell’organizzazione come membro, si aggiunge il lavoro fatto negli ultimi cinque anni in stretta collaborazione con Coldiretti Piemonte. Senza colpi di sorpresa, dopo aver ricordato i frutti dell’azione comune, ha quindi aderito ai punti presentati: la messa in campo di interventi che frenino i danni provocati dalla fauna selvatica, l’eradicazione della peste suina africana, la promozione dello sviluppo delle filiere produttive e il sostegno alla multifunzionalità. Ma anche l’adozione di azioni volte alla gestione delle risorse idriche e l’attuazione di pratiche “fattibili” per il mantenimento della qualità dell’aria. Si aggiungono la valorizzazione del patrimonio agricolo, la difesa del suolo, il contrasto alle fitopatie e la semplificazione dei procedimenti burocratici. Infine, nell’attuazione del Complemento per lo Sviluppo Rurale 2023-2027 il decaologo domanda “un approccio basato sulla semplificazione attuativa e maggiore flessibilità”, a partire dalla consapevolezza che i finanziamenti previsti per Coldiretti non sono adeguati alle esigenze del settore.

“Il settore agricolo non può essere considerato sempre come un mondo a parte”, dice prima di Cirio, la candidata del centrosinistra Gianna Pentenero. “L’agricoltura è uno dei più importanti settori per la nostra regione, ma ci sono dei problemi che esistono da tempo e hanno la necessità di essere affrontati in modo deciso e sistematico”, aggiunge. Tra quelli individuati nel decalogo, Pentenero si concentra in particolare su quello della semplificazione amministrativa: “La quantità di burocrazia che vi viene richiesta è enorme”, nota. Presente anche Alberto Costanzo, candidato alla presidenza del Piemonte per Libertà, che ribadisce la necessità di entrare in una logica di valorizzazione della regione a partire dal prodotto: “La produzione è il primo testimonial di un territorio”, dice. “Ci vuole evidentemente più attenzione per questo settore, ma tornando ai dieci punti potremmo andare anche oltre”, ha osservato inoltre Costanzo, facendo in particolare riferimento all’aumento dei costi dei premi assicurativi. “In alcune zone del cuneese il premio assicurativo per i danni da grandine è arrivato a costare il 30% del valore assicurato”, denuncia.

Anche Sarah Disabato, candidata come alla presidenza regionale dal Movimento 5 Stelle, come i suoi avversari condivide le richieste avanzate da Coldiretti Piemonte. Su alcuni temi, però, la sua posizione e quella del suo partito sono chiare. Ad esempio, sul caso degli interventi sulla fauna selvatica e, in particolare, nei confronti dei cinghiali: “La gestione della fauna selvatica va data in capo agli enti pubblici e quindi alle guardie faunistiche, non ai cacciatori. L’ente pubblico deve prendere in carico il problema con guardie formate, che agiscano in modo scientifico”. Un altro punto fermo, la transizione ecologica per preservare la qualità dell’aria. Secondo Disabato, di fronte al tema della qualità dell’aria ci sono due modi di agire: il primo, con interventi strutturali sul medio e lungo periodo per favorire la transizione delle imprese, prevedendo anche finanziamenti che consentano loro di attuare i cambiamenti richiesti. Il secondo, invece, con soluzioni di emergenza. “Tutto dipende da quale visione hai di futuro e di transizione ecologica”, conclude Disabato.

Pentenero: “Creare un piano nazionale energia”

Una mattina di incontri e dibattiti per i candidati alla presidenza del Piemonte. “Ci vorrebbe un piano nazionale energia che consenta alle regioni di valorizzare il patrimonio energetico” spiega Gianna Pentenero, candidata alla presidenza della regione Piemonte con il centrosinistra, al Circolo dei Lettori a Torino all’incontro di Confservizi sul tema servizi pubblici locali e politiche pubbliche.

Gianna Pentenero (Pd) al Circolo dei Lettori

L’obiettivo della regione Piemonte è raggiungere una quota vicino al 50% di produzione elettrica regionale proveniente da fonti energetiche rinnovabili. Attualmente due terzi dell’energia green deriva dall’idroelettrico ma alcune fonti come il fotovoltaico non sono ancora sufficientemente sviluppate.

“L’obiettivo è efficientare le risorse disponibili ma per farlo dobbiamo accelerare anche sul tema delle comunità energetiche non abbastanza valorizzato”, aggiunge la Pentenero. “Investire sulle rinnovabili vuole dire attirare le imprese nella nostra regione e valorizzare il territorio”.