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Ramadan e rottura del digiuno: il racconto dalla moschea Taiba

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Nella giornata delle Moschee aperte, 16 sale di preghiera e centri islamici hanno accolto i torinesi. Fra questi il Centro Taiba di via Chivasso, nella Circoscrizione 6, a poca distanza da Porta Palazzo oltre la Dora. All’ingresso un lunga serie di scaffali dove lasciare le scarpe, sul pavimento tappeti verdi arabescati: si entra scalzi, viceversa le spalle devono essere coperte. La sala principale a cui si accede è riservata alla preghiera degli uomini, al di là quella per le donne. “Così che possano essere più a loro agio nell’inchinarsi verso la Mecca” spiega una delle ragazze addette a rispondere alle domande degli oltre 2 mila visitatori e chiarire alcuni degli errori più comuni. Per esempio i termini: “Per le persone l’aggettivo corretto è musulmano, mentre islamico è da riferirsi agli oggetti”.

 

Per entrare nella sala di preghiera islamica occorre essere scalzi

Per entrare nella sala di preghiera islamica occorre essere scalzi

Ieri la sala di preghiera si è aperta ai torinesi non musulmani

Sciarpe in prestito per coprire spalle e gambe nude

La sala di preghiera apre circa un’ora prima dell’orazione, un rituale che andrebbe ripetuto cinque volte al giorno secondo la dottrina islamica: “Cerco di rispettarla secondo gli impegni” racconta una ragazza, “non sempre ci riesco; ma la comodità è che si può pregare in qualsiasi luogo ci si trovi”. La sua amica spiega invece come le distinzioni fra sciiti e sunniti sia questione di “pochi dettagli che sono stati ingigantiti”. I cinque pilastri dell’Islam – testimonianza di fede, preghiera giornaliera, pellegrinaggio alla Mecca, elemosina e rispetto del Ramadan – sono alla base di entrambe le correnti religiose. “Eppure ora si uccidono fra loro”, aggiunge amareggiata. Il Taiba è aperto a tutti, anche se gli sciiti sono in netta minoranza.

 

La sala di preghiera è aperta a tutti, sciiti e sunniti

La sala di preghiera è aperta a sciiti e sunniti

Il Centro Taiba, aperto a tutta la cittadinanza dalle 19 alle 22

Il Centro Taiba ha aperto a tutta la cittadinanza dalle 19 alle 22

Occhi scuri e veli colorati ad avvolgere i capelli, le ragazze rispondono alle domande che ora riguardano soprattutto il mese di digiuno previsto dalla dottrina islamica, durante il quale dall’alba al tramonto non è possibile mangiare o bere: “Si dice Ramadan e non Ramadam”, specifica una di loro. L’attesa rende piacevole l’iftar, il pasto serale che si consuma all’imbrunire: zuppa di verdure, pane, focaccine, spiedini, uova sode e dolci attorcigliati di miele e cannella. I tavoli allestiti lungo la via sono pieni, durante la cena continua ad essere servito il tè alla menta. Iniziato quest’anno il 27 maggio, il Ramadan si concluderà il 25 giugno al Parco Dora con una grande festa di chiusura.

 

La cena offerta dal centro islamico Taiba in via Chivasso

Zuppa, pane, uova sode e dolci nel menu

I valori di convivenza, rispetto, conoscenza e dialogo erano stati alla base del Patto di condivisione firmato a febbraio 2016 fra i Centri islamici e la Città di Torino, dove vivono 50 mila musulmani. Il 5% sul totale della popolazione cittadina, concentrato soprattutto nella zona di Porta Palazzo e Barriera di Milano, dove infatti si trova anche la maggior parte dei luoghi di culto.

Il tè alla menta tipico della cucina maghrebina

Il tè alla menta tipico della cultura maghrebina

Quasi 2 mila persone hanno visitato la sala di preghiera

I tavoli allestiti in via Chivasso chiusa al traffico

La cena in via Chivasso offerta dal Centro TaibaCirca 2 mila le persone in visita, fra loro chi si ferma per la cena

CAMILLA CUPELLI 
CORINNA MORI

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