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Raggiungere la meta per ricominciare: la storia della Drola

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Evadere attraverso la cultura dello sport. Reagire alla detenzione attraverso il rugby, una disciplina in grado di creare comunità e di riabilitare le persone. Tutto questo con gli insegnamenti di una vecchia gloria torinese di questo sport, che vuole restituire qualcosa alla sua città.

Il progetto dell’associazione “Ovale dietro le sbarre” è nato nella Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino nel 2011 da un’idea di Walter Rista, rugbista della nazionale italiana tra il 1968 e il 1970. Nel 2011, dall’accordo tra Rista e l’allora direttore del carcere Pietro Buffa, nasce la “Drola”, la prima squadra interamente composta da detenuti in grado di competere in un campionato federale. Il progetto di Rista vede il coinvolgimento iniziale di 24 persone, ma che negli anni ha contato più di 150 partecipanti, tra atleti e preparatori. In nove anni il sogno della Drola ha provocato una rivoluzione: la squadra è stata iscritta al campionato di serie C2 costringendo la Federugby a scrivere un regolamento in deroga, perché la Drola può disputare solo partite in casa. Un progetto che non si è fermato a Torino, ma che con lo spostamento di Pietro Buffa a provveditore in Emilia-Romagna, ha portato l’idea anche a Bologna. Dopo pochi mesi, è nato il Giallo Dozza, la squadra del carcere emiliano.

La vittoria dello sport in un ambiente come quello del carcere ha convinto l’amministrazione penitenziaria nazionale, il Coni e la Federugby a firmare un accordo che regoli l’ingresso del rugby in tutti gli istituti di pena italiani. Alcuni hanno subito seguito l’esempio, come Rebibbia e le carceri minorili di Beccaria e Nisida. Torino, il luogo da dove tutto è nato, ha avuto anche il sostegno di atleti importanti come Martin Castrogiovanni, perno della nazionale di rugby italiana, che nel 2016 ha visitato i campi in cui si allenano gli atleti 3 volte a settimane e dove disputano i match.
La grande visibilità avuta dal carcere di Torino ha permesso lo scorso ottobre la firma di un protocollo di intesa con l’A.s.d. VII Rugby Torino. L’accordo prevede da parte della società sportiva di Settimo Torinese, l’affiancamento di uno staff tecnico alla squadra. L’iniziativa si propone anche di iniziare un lavoro di inserimento dei detenuti all’interno della filiera del rugby, una seconda occasione che sembra non essere sprecata. Dai dati raccolti negli ultimi 9 anni su tutti i partecipanti al progetto della “Drola”, sono diminuite le recidive tra gli ex detenuti-rugbisti dal 65% a meno del 20%.

VINCENZO NASTO