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Questa metropoli è una camera a gas? Lo smog a Torino spiegato in 9 domande

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Torino vista dalla Basilica di Superga (Marco Klüber)
di David Trangoni
mappa di Giorgia Gariboldi

Da alcuni giorni la giunta 5 Stelle è sotto attacco per le misure adottate contro lo smog, in primo luogo il blocco del traffico per i veicoli diesel euro 3 e 4.

  • La questione punto per punto. La sindaca ha dovuto riferire in aula sullo smog, ma la situazione non era migliorata?

Chiara Appendino è intervenuta in Consiglio comunale per difendere l’assessora all’Ambiente Stefania Giannuzzi dalle critiche sulle misure di blocco del traffico adottate in questi primi mesi dell’anno. In effetti i valori erano migliorati, ma l’assessora ha ammesso che il merito sarebbe stato degli eventi atmosferici (pioggia e vento) piuttosto che delle decisioni prese. Appendino ha confermato la validità del blocco e promesso misure più severe in futuro.

  • Quindi l’aria a Torino resta la peggiore d’Italia?

Secondo il rapporto “Mal’Aria di città 2017” di Legambiente, nel 2016 un capoluogo italiano su tre ha superato il limite per i “pm10”. Il primato spetta proprio a Torino, dove la soglia è stata oltrepassata per ben 89 volte (due volte e mezza il limite). Milano e Venezia hanno sforato “soltanto” 73 volte e precedono nella “top ten” piccoli centri come Vicenza, Asti e Pavia. Nel 2017 Torino ha raggiunto le fatidiche 35 giornate oltre misura già il 17 febbraio, facendo scattare il blocco tra le contestazioni.

  • Cosa sono i “pm10”?

Il particolato è un insieme di particelle solide e liquide in sospensione in un gas (aerosol), classificate secondo il loro diametro. “Pm10” significa che le particelle sono di dimensione inferiore a 10 micron (1 micron è 1/100 di millimetro). L’eccezionale piccolezza di queste particelle (dette “polveri sottili”) permette loro di superare il filtro delle narici e arrivare direttamente ai bronchi. L’inalazione di particolato è statisticamente collegato all’aumento di casi di asma, cancro ai polmoni e malattie cardiovascolari.

  • E’ pericoloso abitare in città?

Il rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente pubblicato il 23 novembre scorso conferma la pericolosità dell’esposizione ai pm10. In Europa le morti per inquinamento nell’ultimo anno sono state 467 mila e i costi sanitari associati sono quantificabili tra i 400 e i 900 mila euro all’anno. Il mese di gennaio è stato particolarmente difficile, con valori troppo spesso superiori ai livelli di guardia.

  • Come si misurano le emissioni?

I valori di inquinamento dell’aria sono elaborati dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale. L’Arpa effettua il controllo della qualità dell’aria sul territorio attraverso la rete di centraline fisse e da mezzi mobili, utilizzati nelle campagne di monitoraggio. Le centraline raccolgono i campioni attraverso una pompa d’aria e a un filtro, che poi viene pesato in laboratorio. Per differenza con la tara (il filtro bianco), si ha la massa del particolato e di conseguenza si calcola il volume delle polveri. I bollettini vengono pubblicati settimanalmente da novembre ad aprile.

  • Dove sono collocate le centraline dell’Arpa a Torino?

A Torino le centraline fisse sono 5, posizionate in punti chiave della città, che riportiamo nella mappa qua sotto. Le centraline rilevano tipi diversi di emissioni: residenziali, industriali e commerciali.

  • Quando scatta il blocco del traffico?

Dopo una serie di 35 giorni di valori fuori norma, le amministrazioni locali devono adottare il provvedimento di sospensione del traffico, per il tempo necessario per superare l’emergenza. Infatti si tratta proprio di provvedimento di emergenza. La normativa italiana sulla qualità dell’aria (decreto legislativo 13 agosto 2013, n.155) prevede limiti per la concentrazione di pm10, che non devono superare la soglia stabilita (50 microgrammi per metro cubo in media giornaliera) per più di 35 volte in un anno.

  • Il blocco dei mezzi è una misura efficace per far calare i livelli?

L’efficacia del provvedimento è in discussione da tempo. A Torino le opposizioni hanno protestato sostenendo che il blocco della circolazione sarebbe soltanto una misura “vessatoria e classista” (Lo Russo, Pd) dalla dubbia utilità, a cui bisognerebbe pensare con cautela (Ricca, Lega Nord) e che avrà come conseguenza solo “il calo della vendita di auto” (Napoli, Forza Italia). Nel caso del recente miglioramento dell’aria, potrebbero essere stati pioggia e vento ad abbattere i valori di pm10, suscettibili di variazioni frequenti su cui il blocco non influisce. Inoltre gli stop al traffico sono di solito parziali e coinvolgono solo alcune tipologie di veicoli. Nel mirino sono soprattutto i diesel.

  • Non sarebbe meglio adottare soluzioni definitive?

Chiara Appendino ha ribadito che “non possiamo sapere cosa sarebbe successo se non ci fosse stato il blocco” e che la giunta sta adottando “soluzioni culturali e all’avanguardia”. Il ricambio del parco vetture dei torinesi, con adozione di auto meno inquinanti, l’adozione di una Ztl efficace (progetto in fase di studio in Comune) oppure la diffusione dell’utilizzo dei mezzi pubblici e della bici sono tutte soluzioni che guardano più lontano. Forse l’unica soluzione duratura sarebbe un cambiamento dello stile di vita dei cittadini, ma è anche vero che molti pendolari arrivano da fuori con l’automobile.