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Quarant’anni dalla 194: calano gli aborti. In Piemonte niente obiettori nei consultori

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Calano gli aborti in tutta Italia e il Piemonte è in linea con il trend nazionale. A quarant’anni dall’approvazione della legge 194, dedicata alle norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza (Igv), il bilancio è difficile da tracciare: se calano infatti le richieste di Igv, il numero di ginecologi obiettori resta alto in tutta Italia, con una media del 70%. In Piemonte c’è però un’eccezione virtuosa: “Direi che nei consultori famigliari piemontesi, ma soprattutto torinesi, siamo arrivati ad avere un numero di obiettori di coscienza quasi nullo – spiega Maria Rosa Giolito, referente del coordinamento consultori familiari regionale -. L’esperienza piemontese è frutto di un duro e lungo lavoro di collaborazione tra istituzioni e organizzazioni diverse, che ha portato ad avere un coordinamento unico, non solo virtuale ma reale: se non siamo l’unica regione italiana ad averlo, sicuramente siamo una delle poche”.

Negli ospedali pubblici piemotesi la situazione è però un po’ diversa e in alcuni di questi, come riportato da La Stampa, non è possibile praticare l’interruzione di gravidanza perché i medici presenti sono tutti obiettori. L’urgenza è garantita nei consultori, che sono in diminuzione: secondo i dati del ministero della Salute, nel nord ovest sono passati da 447 nel 2008 a 407 nel 2016.

Gli anni Settanta a Torino

Un cartellone degli anni Settanta appeso alla Casa delle Donne di Torino

Il percorso, nel torinese, è iniziato tanto tempo fa. Proprio Torino è stata teatro, negli anni ’75 e ’76, di tante occupazioni di locali trasformati in consultori, diventati poi ufficialmente consultori pubblici. In questi si iniziavano a praticare nuove tecniche per l’aborto, come il metodo Karman, ma non solo. “Ricordiamoci che oggi l’attività dei consultori collegata all’interruzione di gravidanza è comunque una piccola percentuale: lavoriamo soprattutto sul tema della contraccezione”.

Uno dei primi a essere occupati fu a Falchera, quartiere periferico di Torino, dove c’erano alcuni locali sfitti delle case popolari che erano stati presi per offrire una casa a chi ne aveva bisogno. Al piano terra venne creato uno di questi primi consultori “spontanei”, dove diverse ginecologhe offrivano un servizio gratuito, a turno. Poi, con la legge 194, ai consultori pubblici venne affidato il compito di garantire la possibilità di abortire. Ma venne occupato, per sei giorni, anche il Sant’Anna: il risultato fu l’ottenimento del Day Hospital per le donne sottoposte a Igv.

RU486: l’aborto farmacologico in Piemonte

Dal 2009 in Italia è inoltre possibile l’aborto, cosiddetto, “farmacologico”, con la pillola RU486. Questa può essere utilizzata nelle prime settimane di gravidanza e in molti Paesi non prevede il ricovero ospedaliero, mentre in Italia è consigliato e quindi applicato nella maggioranza dei casi. Secondo i dati presentati ieri, 21 maggio, in quarta commissione del Consiglio Regionale, il Piemonte è la regione con il più alto numero di casi trattati con la RU486: nel 2016 i casi sono stati 2606 ovvero il 38,3% delle Ivg nella regione. Nel solo ospedale Sant’Anna, si è toccato il record del 52%, contribuendo a diminuire il numero degli interventi chirurgici.

Focus: la contraccezione d’emergenza

Altra questione è quella della pillola del giorno dopo, che costa in media 16 euro ed è considerata come contraccezione d’emergenza, efficace entro 72 ore. Stessa cosa vale per la pillola “dei cinque giorni dopo”, che costa circa 27/30 euro ed è efficace invece entro le 120 ore successive al rapporto sessuale. Dal 21 aprile 2015 per comprare questa pillola non è più necessaria la prescrizione medica per le maggiorenni, decisione che sembra aver contribuito alla diminuzione degli aborti tradizionali. Nel caso della pillola del giorno dopo, la prescrizione non è più obbligatoria per le maggiorenni dal 1 febbraio 2016. La ricetta per le minorenni può comunque essere reperita in entrambi i casi, oltre che dal medico di base, anche nei consultori pubblici, in pronto soccorso o dalla guardia medica. Secondo i dati della Società Medica Italiana in totale, sommando le ultime due tipologie di pillola, nel 2015 sono state vendute 400 mila confezioni mentre nel 2017 570mila. In due anni il salto è stato del 42%.

Ascolta la nostra puntata di Futura Talk sull’anniversario della 194.

LUCREZIA CLEMENTE
CAMILLA CUPELLI