La libertà di mercato genera uguaglianza? Il tema della ottava edizione di Biennale Democrazia non poteva evitare l’economia. Se ne è parlato al Politecnico di Torino, protagonisti due figure di spicco del mondo accademico: Elena Granaglia, professoressa di Scienza delle Finanze dell’Università di RomaTre, e Francesco Quatraro, professore ordinario di Politica Economica all’Università di Torino.
“Il mercato è visto solitamente dagli economisti come il regno della libertà e gli interventi pubblici visto come coazione e interferenza – ha detto Granaglia -. Il problema di questa impostazione è non considera come il mercato libero generi disuguaglianza economica, disuguaglianza delle opportunità e diseguaglianza di potere, soprattutto se i mercati non vengono regolamentati correttamente”.
Ci sono quindi degli interventi urgenti secondo l’economista: “È necessaria una base comune di opportunità, senza questa il godimento delle libertà del mercato non è equo – spiega-. Altrimenti il rischio è che si scateni la legge del più forte”.
E “il salario minimo” può essere “una forma di rafforzamento dei lavoratori”, come propone Granaglia.
Negli ultimi decenni c’è stato un altro attore che ha complicato ulteriormente la situazione: “Oggi non si può parlare di relazione di potere economico senza affrontare il ruolo delle tecnologie – dice Quatraro – che interferiscono con l’idea di libertà e uguaglianza, sia in positivo che in negativo. La tecnologia non è neutrale. Le opportunità per la società possono richiedere un prezzo. Bisogna capire se il bilanciamento costi benefici è favorevole”.
Anche la questione green ha un forte ruolo nelle diseguaglianze economiche: “La situazione ambientale ci mette di fronte agli occhi come non ha senso parlare di libertà dei mercati – conclude Granaglia -. Ci sono dei paesi che scaricano sugli altri i costi dell’inquinamento. Questo situazione si può risolvere con una diversa regolamentazione dei mercati, dando meno asimmetria di voce agli attori globali”.