A ricordarci l’arrivo della primavera non sono solo i bei pomeriggi, più lunghi e tiepidi. In occasione delle sue Giornate di Primavera, che questa volta compiono trent’anni, il Fai apre le porte di tantissimi luoghi inediti per i curiosi di Torino e dintorni. Un’occasione troppo ghiotta per non essere segnalata nei nostri appuntamenti per il fine settimana, che oltre ai luoghi Fai, questa volta vi portano a teatro.
Giornate Fai di Primavera 2022 – sabato e domenica, dalle 10 alle 18
Come ogni anno il Fondo per l’Ambiente Italiano apre alcuni dei luoghi più sbalorditivi del patrimonio artistico e architettonico del nostro Paese con l’arrivo della primavera. In totale 20 monumenti della provincia di Torino saranno accessibili al pubblico tra sabato e domenica: chiese, cappelle, ville e antiche cave. In questa occasione anche l’Università di Torino diventa luogo di visita speciale, consentendo la visita di ben quattro luoghi normalmente non aperti alla cittadinanza che fanno parte del suo ricco patrimonio.
Uno di questi è il Palazzo del Rettorato, progettato nel 1712 da Michelangelo Garove, che resta uno dei più affermati architetti torinesi del Seicento. Al suo interno, il pubblico potrà visitare, oltre al cortile e al loggiato, anche tre spazi solitamente riservati agli studiosi: l’archivio storico, la biblioteca storica ‘Arturo Graf’ e il salone del Rettorato, dove sarà possibile ammirare il dipinto di Battistello Caracciolo, Qui vult venire post me, noto anche come Cristo portacroce, considerato tra i pezzi caravaggeschi più rilevanti conservati nel Nord Italia.
Altro luogo simbolo dell’Ateneo è la chiesa ed ex convento di Santa Croce, in piazza Carlo Emanuele III (nota come piazza Carlina). Durante la visita saranno svelati ambienti straordinari e sconosciuti come l’ampio scalone a rampe aperte, l’appartamento della badessa, dieci celle delle monache e il refettorio con pregevoli decorazioni pittoriche.
Un’altra tappa del percorso a porte aperte è l’ex Regio istituto di riposo per la vecchiaia di corso Unione sovietica 220, dagli anni ottanta del secolo scorso sede prima della Facoltà e oggi della Scuola di Management ed Economia. L’Ospizio di Carità venne destinato, fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1627 per volontà di Carlo Emanuele I, ad accogliere i mendicanti, e il grande edificio di corso Unione sovietica ne rappresenta l’imponente sviluppo ottocentesco. Infine, sarà aperta al pubblico anche l’ex Regia scuola di Veterinaria, oggi sede del Dipartimento di Biotecnologie.
Per maggiori informazioni su modalità di accesso, prenotazioni, tariffe, orari e le altre attrazioni aperte nel resto del Piemonte potete consultare il sito ufficiale del FAI.
“Bene, bis. 85 anni dalla nascita, 20 dalla scomparsa” – Centro Fotografico PHOS dal 21 marzo all’8 aprile
La storia artistica di Carmelo Bene è molto legata Torino. Forse è anche per questo che, in occasione dei 20 anni dalla sua scomparsa, l’Unione culturale Franco Antonicelli gli dedica una mostra curata da da Mario Serenellini, che si concentra sulla produzione teatrale di Bene tra gli anni 1966-1968. Le stagioni di fuoco includeranno scatti d’autore (Gianfranco Mantegna, “Stephan”, Riccardo Orsini, Claudio Abate) degli spettacoli Pinocchio, Majakowskij, Faust o Margherita (con Manuela Kustermann), Il Rosa e il Nero (con Lydia Mancinelli, Maria Monti), Nostra Signora dei Turchi, Don Chisciotte (con Leo De Berardinis), Arden of Feversham (con Lydia Mancinelli, Ninetto Davoli).
Dagli archivi del Teatro Stabile di Torino provengono invece immagini del Faust-Marlowe/Burlesque (1975/76) di Aldo Trionfo e Lorenzo Salveti, con Carmelo Bene (Mefistofele-Faust) e Franco Branciaroli (Faust-Mefistofele), prodotto dal Teatro Stabile, che debuttò al Teatro Mestastasio di Prato il 22 marzo 1976. Lo spettacolo non andò in scena a Torino per la sospensione delle recite e lo scioglimento della compagnia, determinati dalle condizioni di salute di Carmelo Bene al termine delle repliche al Teatro Argentina di Roma il 25 aprile 1976.
Durante la mostra sarà possibile riassaportare l’atmosfera di alcuni degli spettacoli più famosi e simbolici dell’attore e regista che prima di ogni altro aprì alla sperimentazione, teorizzando e non solo inscenando, quella neoavanguardia che rinnovò il teatro italiano. A Torino, Bene fissò la prima di Nostra signora dei Turchi, nel 1989, ma tantissime furono le occasioni di incontro tra l’attore, regista e filosofo pugliese e la città durante la sua carriera, come nel caso del progetto “Toreat”.
Per maggiori informazioni vistiare il sito di PHOS
568, il nuovo show Luca Ravenna al Colosseo – Teatro Colosseo, domenica 27 alle ore 21
Il comico Luca Ravenna sale sul palco del Teatro Colosseo di Torino con il suo ultimo spettacolo intitolato 568. Lo spettacolo si preannuncia come “stand up comedy” nuda e cruda, in piena armonia con lo stile dell’autore milanese. I temi snocciolati durante lo spettacolo saranno tantissimi. Dal complottismo alla vita di coppia, dai dilemmi dei social al politicamente corretto, Ravenna tesserà la sua tela arguta e irriverente.
Prima di questo, Ravenna aveva pubblicato altri tre spettacoli comici: nel 2008 aveva “esordito” con In The Ghetto, mentre due anni più tardi era stata la volta di Luca Ravenna Live@, mentre il suo Improv Special vol.1 era uscito nel 2021, su The Comedy Club e Comedy Central.
Sebbene sia balzato alle cronache nazionali dopo aver partecipato, nel 2021, alla serie comica “LOL – Chi ride è fuori” su Prime video – che lui stesso ha definito un’esperienza non memorabile – Ravenna ha innanzitutto un percorso autoriale di tutto rispetto, che contempla la webserie Non c’è Problema su Repubblica.it, e l’esperienza a “Quelli che il Calcio” su Rai2. Ha anche partecipato a Natural Born Comedians e Stand up Comedy su Comedy Central. Con Ferrario crea e conduce il podcast Cachemire, ogni settimana su YouTube, arrivato al primo posto su Spotify Italia. Da quella esperienza è nato anche Lo Special Cachemire – IL FILM, disponibile online in esclusiva su The Comedy Club. Biglietti a partire da galleria 20,40 euro.