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Proteste a Torino contro l’alternanza scuola lavoro: la carica della polizia indigna i social

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Erano scesi in piazza per protestare contro l’alternanza scuola-lavoro, quella che ha portato alla morte di Lorenzo Parelli, studente 18enne morto in una fabbrica in provincia di Udine, nell’ultimo giorno del progetto. Ragazzi come Lorenzo volevano fare sentire la loro voce, per chiedere l’abolizione di un percorso che si è rivelato, oltre che poco formativo, addirittura fatale. Hanno trovato le manganellate della polizia, a Torino come in altre città d’Italia. Un episodio increscioso che ha scatenato numerose polemiche, sui social e non solo.

Per quanto riguarda il capoluogo piemontese, circa duecento ragazzi si sono ritrovati la mattina di venerdì 28 gennaio in Piazza Arbarello, punto di partenza designato di un corteo contro l’alternanza scuola-lavoro, per protestare in maniera pacifica e ricordare il tragico accaduto. Ma la risposta delle forze dell’ordine è stata perentoria: la piazza è stata subito blindata, e per ore si sono susseguite cariche nei confronti dei manifestanti, impedendo di fatto la partenza del corteo. Decine di studenti sono rimasti feriti, e per alcuni di loro è stato necessario l’intervento del 118, che li ha trasportati in ospedale.


Anche il mondo della politica ha fatto sentire la propria voce, chiedendo spiegazioni al ministro degli interni Luciana Lamorgese e al Prefetto di Torino Marco Palomba. Marco Grimaldi, consigliere regionale di Liberi e Uguali – Verdi, ha chiesto le scuse delle autorità per quanto accaduto.

Anche il segretario del Partito Democratico Enrico Letta ha parlato di “vicenda grave”, chiedendo risposte sulla gestione dell’ordine pubblico. Il leader nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha invece depositato un’interrogazione parlamentare al governo, affermando che “lo Stato deve smettere di manganellare gli studenti”.

Quello che è successo a Torino e in altre città d’Italia, nonostante le prese di posizione attende delle risposte.

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