Il lavoro che cambia e la crisi che imperversa. La vigilia della festa dei lavoratori è l’occasione per ribadire anche a Torino il motto portato in giro per l’Italia dall’Ugl: “Il lavoro cambia anche noi”. Più di trenta tappe, da sud a nord del paese, che si concluderanno a Milano domani, 1° maggio.
“È un tour che vuole fotografare il paese che, in questo momento, si presenta come un puzzle”, spiega da piazza Castello Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl. Un puzzle da ricomporre scommettendo anche sul potenziamento delle infrastrutture per cui saranno fondamentali i fondi del Recovery Plan.
“È un primo maggio – prosegue – in cui c’è davvero poco da festeggiare. I lavoratori sono preoccupati. La crisi economica potrebbe portare ad una crisi sociale perché il paese si sta impoverendo. Il numero dei nuovi poveri è inquietante”. Solo nel 2020 i nuovi poveri in Italia sono cresciuti di un milione.
Resta il nodo dell’ex Embraco. Più di 400 i lavoratori che attendono le lettere di licenziamento dopo la conclusione della procedura fallimentare. “La questione – dice Armando Murella, segretario regionale Ugl Piemonte – è diventata una vertenza nazionale. Vogliamo ascoltare tutti i lavoratori e i drammi che vivono”.
Sono drammi di famiglie che da più di tre anni attendono risposte. “Questa settimana ci arriveranno le lettere di licenziamento. Siamo delusi, siamo stati abbandonati da tutti”, la voce dei lavoratori dell’ex Embraco presenti in piazza. Per loro sarà un 1° maggio di “lutto”, dicono.
“La soluzione è assolutamente Italcomp”, ribadisce Elena Chiorino, assessora regionale al Lavoro. “I lavoratori dell’ex Embraco – conclude – vogliono essere un simbolo delle condizioni del lavoro in Italia”.