A Torino circa 20mila manifestanti sono scesi in piazza per il corteo del Primo maggio organizzato dalle tre sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Tema del corteo la sicurezza sul lavoro, “Uniti per un lavoro sicuro” lo slogan. Nei primi due mesi del 2025, secondo i dati Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro), sono 13 i morti sul lavoro, un dato quasi raddoppiato rispetto al 2024.
Tra le questioni al centro dell’attenzione anche il referendum di giugno, il precariato e le pensioni. Il corteo, partito da piazza Vittorio Veneto e proseguito lungo via Po, piazza Castello e via Pietro Micca, è terminato in piazza Solferino, dove ha preso la parola il sindaco Stefano Lo Russo, che ha parlato di immigrazione e di cittadinanza: “A Torino abbiamo sempre dimostrato che l’accoglienza è la chiave per parlare di coesione e futuro. Senza i cittadini provenienti da altre regioni questa città non sarebbe infatti la stessa. E lo è ancora oggi: considerato il calo demografico del nostro Paese è la soluzione per restituire slancio alle imprese e welfare e diritti alle nuove generazioni”.
A seguire, Federico Bellono, segretario generale della Cgil di Torino, ha ricordato le stragi sul posto di lavoro avvenute sul territorio: dalla vicenda della Thyssenkrupp, a Brandizzo, passando per via Genova: “Tragedie che si potevano evitare”. Bellono ha citato anche “l’area del lavoro grigio” tra le piaghe del mondo del lavoro di oggi.
Al corteo e sul palco presenti anche gli antagonisti, che hanno bruciato bandiere di Israele e degli Stati Uniti, in segno di protesta per il protrarsi del conflitto nella Striscia di Gaza. Critiche, e bandiera ridotta a brandelli, anche per l’Unione europea: “con il riarmo si stanno commettendo gli stessi errori che hanno portato alle guerre mondiali”, il grido dei manifestanti pro pal.

Anche l’Associazione stampa subalpina ha partecipato al corteo. La segretaria generale Silvia Garbarino, ai microfoni di Futura News, ha parlato della situazione lavorativa della categoria, soffermandosi sul tema del precariato: “Con la Federazione nazionale stampa italiana stiamo cercando di ottenere il rinnovo contrattuale in cui anche i collaboratori hanno un ruolo definito, dei compensi adeguati, ottenendo così voce e riconoscimento”. Sulla sfida posta dall’intelligenza artifciale ha commentato: “Ora la vediamo come nemica, ma l’obiettivo è diventare, come accaduto con la digitalizzazione, degli ottimi compagni di viaggio.