Da giovedì 2 dicembre fino al 15 gennaio la mascherina a Torino diventa obbligatoria, almeno in teoria. In base all’ordinanza firmata ieri dal sindaco Stefano Lo Russo ed entrata in vigore questa mattina, è necessario indossare la mascherina all’aperto nelle vie del capoluogo piemontese.
Le aree interessate dalla mascherina obbligatora
Il provvedimento è circoscritto alle aree centrali della città, che costituiscono la ZTL, la zona a traffico limitato delimitata dalla stazione di Porta Nuova, Piazza Vittorio, Giardini Reali e Corso Valdocco, al termine di Via Garibaldi. Stesso discorso per le aree mercatali – Porta Palazzo e mercato Crocetta – e per luoghi pubblici di assembramento come parchi per bambini, fermate dei mezzi e ingressi dei centri commerciali.
In orario serale (a partire dalle 17 fino alle 6 del mattino seguente) l’obbligo viene esteso alle zone della movida, come San Salvario, Santa Giulia, il Lungo Po e il Lungo Dora. Prevista l’esenzione per bambini con meno di sei anni, disabili e runner, multe da 400 a 1000 euro per i contravventori. Ma quanto viene osservato?
Provvedimento rispettato in centro, ma non troppo
Facendo un giro per le vie del centro, si nota subito come siano ancora in molti a non indossare la mascherina, con percentuali che tuttavia variano a seconda delle strade che si percorrono. Se nelle vie principali dello shopping – via Roma, Lagrange e Garibaldi – incrociare passanti senza mascherina è piuttosto raro, grazie anche ai controlli di polizia e vigili urbani; la situazione si capovolge se ci si sposta nelle traverse, ma anche in strade pedonali importanti come via Carlo Alberto e via Po, dove la mascherina diventa in tutto e per tutto un optional.
Chi sorride all’ordinanza sono soprattutto i commercianti. Gran parte dei negozianti si dice soddisfatta dall’introduzione della mascherina obbligatoria, vedendola come un ostacolo importante alla proliferazione dei contagi che porterebbe con ogni probabilità a nuove chiusure e conseguenti danni economici, ma per ora l’obbligo di mascherina all’aperto suona più come una spinta gentile che come un provvedimento coercitivo vero e proprio, visto che chi già la indossava continua a farlo e i “no-mask” sono ancora tanti. Ma si tratta comunque del primo giorno, e non è escluso che con il passare del tempo i passanti recepiscano maggiormente le nuove disposizioni.
Scetticismo tra le strade della movida
C’è chi ancora non è a conoscenza dell’ordinanza, come nel caso di piazza Santa Giulia. “Non sapevo nemmeno della disposizione – commenta un residente – oggi oltretutto non ho visto nessuno con indosso la mascherina, quindi non ho notato niente di diverso dal solito. Non penso che in molti osserveranno l’ordinanza qui, sopratutto nelle ore serali. Le multe fioccheranno solo se le forze dell’ordine faranno controlli in massa”.
Una vigilanza su cui il proprietario di un bar, sempre in Santa Giulia, esprime molti dubbi. “Non vengono quando li chiami per i classici problemi della sera, figuriamoci se ci saranno multe. Io sono d’accordo con l’ordinanza, ma purtroppo la mascherina non risolve i problemi che la movida presenta ogni settimana. Senza maggiori controlli delle forze dell’ordine è difficile che la situazione possa cambiare.”
Una zona franca che si amplia con i tentativi, da parte di alcuni clienti, di aggirare le regole. “C’è chi è senza green pass che le prova tutte pur di entrare. È capitato che un signore anziano esibisse un certificato con la data di nascita di un ragazzino, e si è allontanato alla nostra prima richiesta di spiegazioni”.
Forzature a parte, il giudizio del quartiere sull’ordinanza rimane comunque tiepido. Per il momento in pochi pensano che verrà davvero osservata, soprattutto senza un controllo sistematico da parte delle forze dell’ordine.