La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

“Serve un’alleanza tra personale e pazienti”: alle Molinette presidio contro la violenza medica

condividi

“Violenza medica è…”: i militanti della campagna Luoghi di cura non di paura fermano i passanti di fronte all’ingresso delle Molinette, e scrivono le risposte su un grande cartellone: “Dover pagare per medicine e visite essenziali”, “negare la cura a chi non ha i documenti”, “curare la patologia dimenticando la persona”, ma anche “tempi troppo stretti per le visite”, e “la maleducazione degli infermieri”. Molti anziani si fermano, scrivono su post-it o dettano le proprie opinioni. Emerge rapidamente un quadro di disagi e sofferenze all’interno del sistema sanitario nazionale.

Il presidio è stato indetto da Consultoria F.A.M. e Microclinica Faith, ambulatori autogestiti all’interno del centro sociale Gabrio, con l’obiettivo di parlare di “una violenza che diventa evidente nel rapporto individuale tra personale sanitario e pazienti, ma che ha radici più profonde, sistemiche e strutturate, frutto della concezione della salute come privilegio”.

La denuncia delle militanti: “avremmo voluto un dialogo, metterci oltre i cancelli per parlare con più persone e portare le nostre istanze anche all’Urp, l’ufficio relazioni con il pubblico, ma ci è stato impedito”.

L’obiettivo, continuano, è raccogliere testimonianze, sia sul momento sia nelle prossime settimane grazie a un questionario compilabile online, per contestare un problema “endemico e sistemico”, senza “creare conflitto all’interno del contesto sanitario”. Il problema fondamentaleì è il definanziamento del sistema sanitario nazionale, che lo rende “incapace di garantire il diritto alla salute, soprattutto per le persone più fragili, che si trovano ai margini della società”. Dalle testimonianze emerge anche una solidarietà verso i medici che “non hanno tempo e non hanno energie, proprio come chi si rivolge loro”, per via di un “imbuto di turni e stress”.

Una maggiore attenzione ai pazienti e alla loro capacità di comprendere quanto sta succedendo, così come la creazione di percorsi di cura condivisi, quindi, non sono possibili se non con più “tempo e capacità di ascolto”. E secondo Luoghi di cura non di paura, questi arriveranno solo con maggiori finanziamenti del SSN e con una “nuova alleanza tra il personale sanitario e i pazienti”.

Articoli Correlati