Uno dei Pulitzer più collettivi della storia è quello che è andato all’International Consortium of Investigative Journalists per i suoi Panama Papers. Nel pool di oltre 300 giornalisti investigativi che hanno indagato sulle trame dei paradisi fiscali c’è anche una ex studentessa del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”. Lei è Alessia Cerantola, 36enne, tra i fondatori del centro di giornalisti d’inchiesta italiano Irpi e collaboratrice regolare della BBC Radio.
In un’intervista telefonica con Futura, Alessia Cerantola racconta che a partire da luglio 2015 è stata chiamata attraverso la collega Scilla Alecci a fare parte assieme della squadra giapponese per il progetto chiamato “Prometeus”, che poi ha dato vita ai Panama Papers. A lei il compito di filtrare le segnalazioni contenute in ben 2,3 TeraByte di leaks arrivate al quotidiano bavarese Süddeutsche Zeitung. Durante quasi un anno di inchiesta si è occupata principalmente dell’area giapponese, collaborando da febbraio 2016 anche con due giornalisti di Asahi Shinbun e Kyodo News Agency, che si sono uniti al progetto. Ma ha anche contribuito in piccola parte al lavoro della squadra italiana guidata da Leo Sisti, direttore di Irpi, giornalista de l’Espresso e membro di Icij.
Alessia Cerantola si è concentrata sul Giappone perché da anni si occupa dell’area, arrivando anche a produrre l’anno scorso un documentario sulla ricostruzione dopo il disastro di Fukushima intitolato “The wave of reconstruction”, realizzato in collaborazione con il fotografo Emanuele Satolli (anche lui ex allievo del Master “Giorgio Bocca”) e il data journalist Matteo Moretti e finanziato in modo indipendente attraverso il crowfunding dei lettori.
I Panama Papers hanno investito il mondo economico giapponese, toccando una società molto importante nel mondo della sorveglianza privata e commerciale. Le trame tra l’impero del Sol Levante e il paradiso offshore è stata raccontata attraverso alcuni articoli su The Diplomat e The Japan Times che hanno portato a riflettere sulla creazione in Giappone di gruppi di giornalismo di inchiesta indipendente e comitati di discussione sul tema dei paradisi fiscali, del rapporto tra Iran e Giappone e delle binary options.
Secondo Alessia Cerantola, la forte portata a livello mondiale della vicenda e l’innovazione di una collaborazione internazionale resa possibile grazie a una piattaforma condivisa, qualcosa di simile a un social network, e la discussione tra i 376 giornalisti coinvolti hanno contribuito in ugual misura al successo dell’inchiesta e quindi alla vittoria del Pulitzer, accolta con sorpresa.
#PanamaPapers wins the Pulitzer Prize for Explanatory Reporting! Congrats to the whole team of 370 and more journalists..and friends!
— Alessia Cerantola (@aisselax) April 11, 2017
https://www.facebook.com/aisselax/posts/10154749731273409
Per l’Irpi, questo riconoscimento prestigioso dovuto alla collaborazione con Icij aiuterà ad espandere sempre di più la rete di collaborazione con altre associazioni di giornalismo investigativo indipendente in tutto il mondo per realizzare inchieste sempre più accurate, soprattutto quelle riguardanti la criminalità organizzata italiana all’estero, che magari in questo momento sono in cantiere.