Secondo il Programma delle Nazioni unite per l’ambiente, l’80% dei rifiuti marini proviene da fonti terrestri, principalmente trasportati dai fiumi. Per affrontare questo problema alla radice, l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdbPo) ha presentato, in una conferenza stampa tenuta nella mattinata del 4 aprile, il progetto “PoSalvaMare”. L’obbiettivo, riunire diverse realtà del settore ambientale per lavorare al recupero dei materiali flottanti nel bacino del Po.
“Siamo molto felici di dare il nostro appoggio a questa iniziativa, che unisce interventi tecnologici e di coinvolgimento dei cittadini”, ha commentato Francesco Tresso, assessore al verde pubblico del comune di Torino. Il progetto prevede infatti tre aree d’azione nell’arco di due anni: azioni concrete per ridurre il river litter tramite interventi strutturali, e campagne di raccolta rifiuti e educazione per sensibilizzare la cittadinanza. Gli interventi strutturali si baseranno sui risultati del progetto Mapp, con cui AdbPo ha mappato la quantità e distribuzione della plastica nel fiume. Come spiegano Elena Barbieri, coordinatrice del progetto, e Simone Bizzi, professore associato dell’Università di Padova, “per controllare i flussi di plastica verranno utilizzati trackers, smart cameras e indici satellitari”, a cui si aggiungerà l’installazione di barriere galleggianti per bloccare i rifiuti e facilitarne la raccolta. Dell’identificazione delle zone adatte per questi interventi si è occupato il Dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova: gli interventi avranno luogo tra Piemonte, a Casale Monferrato, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto.
Le campagne di raccolta rifiuti e sensibilizzazione saranno invece principalmente affidate a Plastic free e Legambiente, il cui direttore generale Giorgio Zambetti ha voluto sottolineare la sempre più critica situazione dell’inquinamento delle acque nel nostro paese: “un nostro recente studio su 16 fiumi italiani ha individuato una media di circa 457 rifiuti ogni 100 metri di sponda. Un dato preoccupante che ci spinge ad impegnarci sempre di più”. Oltre ad organizzare 60 appuntamenti di pulizia fluviale lungo tutto il bacino del Po nei prossimi due anni, le due associazioni ambientaliste porteranno avanti, assieme all’Università di Torino, uno studio sull’impatto socioeconomico dell’inquinamento del Po.
