Il contrasto alla diffusione del Coronavirus passa anche dal web. È questo lo spirito che anima l’iniziativa #piùvelocidelvirus: creare un breve video per i social attraverso cui veicolare i messaggi e le idee già espresse dagli hashtag #iorestoacasa,#stayathome e #socialdistancing. Per dimostrare che anche la corretta informazione può diventare virale.
Tanti i ragazzi che hanno partecipato e tra i vincitori ci sono i due studenti torinesi Riccardo Zanchetta e Bianca Ferrero.
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Come siete venuti a conoscenza del progetto?
Bianca: Mi è arrivato tramite il passaparola. Poi ho pensato a Riccardo che ha la passione per il video making e ho pensato di coinvolgerlo.
Come vi è venuta in mente l’idea per il video?
Bianca: Il messaggio che volevamo far passare è che in questo momento di difficoltà l’unione fa la forza. Ci sembrava una buona idea raccogliere le testimonianze video di più persone possibili. Abbiamo chiesto il contributo ad amici e parenti, non solo nostri coetanei ma anche bambini e anziani, per rappresentare tutte le fasce di età.
Riccardo: Abbiamo dovuto fare i conti con la quarantena e arrangiarci con il materiale che avevamo. Siamo semplici studenti e il tempo per montare il video poco, ma sono soddisfatto del risultato e che il risultato ottenuto renda bene l’idea che avevamo in mente.
Come state vivendo la quarantena?
Bianca: All’inizio ammetto di essere andata nel panico. Sono una persona abituata ad uscire tanto e a stare all’aria aperta e questa situazione mi ha destabilizzato. Facevo fatica a stare in casa, ma con il peggioramento della situazione sono riuscita ad organizzarmi e a trovare cose da fare. Non solo computer e televisione. Quello che mi spaventa davvero è il futuro: non so come andrà a finire.
Riccardo: Anche io in un primo momento ho reagito male, ma ho scoperto che la quarantena ha i suoi lati positivi. Ho trovato il tempo per lavorare a dei progetti che rimandavo da mesi.
Cosa ne pensate della polemica di questo periodo sui giovani che non rispettano la quarantena?
Riccardo: Le critiche sono giuste, anche io avevo sottovalutato la situazione. I ragazzi non erano interessati a quello che succedeva, era passato il messaggio che la malattia colpiva solo gli anziani. Purtroppo nemmeno i media, inizialmente, hanno dato delle informazioni chiare, se potessi tornate indietro mi sarei comportato meglio e avrei rispettato la quarantena. Ma la cattiva informazione non può essere una scusa, bisognava affidarsi di più al buon senso e alla responsabilità di ognuno. Mi ha colpito molto la fuga da Milano dopo che tutta l’Italia è diventata zona protetta. Sicuramente il decreto è stato interpretato male e ha generato panico, ma la gente doveva fermarsi un attimo a pensare e rendersi contro che andare via non era la soluzione più giusta in quel momento.
Bianca: Purtroppo conosco tanti ragazzi che non hanno ancora capito la gravità della situazione. Per me è assurdo che nelle città come Torino, dove ci sono meno controlli per strada, la gente continui a trasgredire la quarantena senza un motivo valido.