La testata del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca” di Torino

Più supporto agli intellettuali per essere indipendenti

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“La politica è troppo importante per essere lasciata nelle mani dei politici” per questo, secondo lo scrittore spagnolo e opinionista di El Pais Javier Cercas, è necessario che i cittadini entrino nel dibattito pubblico e che scrittori, giornalisti e professionisti partecipino a esso. Oggi a maggior ragione, perché i social network permettono a molte più persone di far sentire la propria voce, a differenza di qualche decennio fa quando erano in pochi a potersi considerare intellettuali, perché pochi erano coloro che avevano la possibilità di scrivere sulle piattaforme che potevano arrivare a tante persone, ovvero i giornali. Tuttavia l’autore spagnolo – durante l’evento “Riscrivere la parola intellettuale” al Salone internazionale del Libro – ha anche sottolineato come sia importante che ci sia una qualche forma di controllo democratico sui social, non per censurare, ma per far sì che ci sia un riconoscimento degli utenti, che faccia prendere responsabilità: questo potrebbe renderli un vero strumento libero e indipendente di partecipazione pubblica.

All’incontro ha partecipato anche lo scrittore Bruno Arpaia, che si è invece soffermato sull’importanza di essere liberi e indipendenti per gli intellettuali. Arpaia dice di aver rivalutato la parola in sé “da quando è cominciato questo attacco in forze alla cultura, al sapere. Negli ultimi quarant’anni ci sono stati tantissimi tagli a cultura, scuola, formazione e ricerca”. In un contesto in cui il dibattito pubblico è fatto di tifoserie e rimane votato alla semplificazione, la figura dell’intellettuale diventa fondamentale per vedere e mostrare la verità e la complessità del mondo. Per fare ciò è importante essere critici verso il potere, a prescindere dall’orientamento politico. Tutto questo è però difficile quando 4,5 milioni di persone in Italia che fanno un lavoro creativo non hanno un welfare adatto e, limitandosi all’università per esempio, il 70 per cento dei lavoratori non ha un posto fisso. Questo non permette quindi di avere una posizione da cui poter evitare ricatti ed essere indipendenti.