“Se vogliamo ricostruire il mondo dobbiamo risolvere il problema della depressione tra i giovani” così Mario Deaglio, professore di economia internazionale all’Università di Torino, commenta la situazione globale dei giovani durante la presentazione del terzo rapporto sul mondo post globale a margine del Festival internazionale dell’economia.
Negli ultimi anni si è verificato un preoccupante aumento del fenomeno depressivo in molti ragazzi e adolescenti (17-21 anni) in Europa e non solo. Negli Stati Uniti è stato stimato che il numero di studenti che ha avuto almeno un episodio depressivo nella sua vita è pari al 20% mentre tra i giovani adulti il numero saliva addirittura al 36%. Peggio è addirittura il valore della Gran Bretagna, uno dei paesi europei più colpiti dal fenomeno depressivo, dove la percentuale tra i giovani è circa del 40%. In Europa il numero totale di ragazzi che ha avuto episodi simili è pari a 11,2 milioni, mentre l’Italia ha dati discordanti ma comunque superiori alla media dei paesi dell’Unione Europea.
Secondo il terzo rapporto sul mondo post globale la causa principale è l’isolamento dei giovani causato dalla diffusione degli smartphone, dispositivi che li hanno portati ad essere sempre più alienati rispetto al mondo che li circonda e quindi infelici.
“Viviamo in un mondo che ha perso la bussola – aggiunge Deaglio -. Il nostro secolo è stato l’era dei cambiamenti sociali e culturali che ha influenzato profondamente gli stili di vita. Si sono perse le certezze del passato e molti giovani si sentono persi anche perché vivono in dei paesi che non li supportano abbastanza e non li valorizzano come sarebbe necessario.”