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Piemonte: ripresa debole e a rischio. Ecco i dati Ires e gli impegni di Cirio

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Un Piemonte che cresce, ma poco. Che recupera posti di lavoro, ma con margini positivi minimi. Che investe in innovazione, ma senza capacità di trasformare l’investimento in crescita. Dalla sintesi del rapporto della Relazione 2019 sulla situazione socio-economica piemontese dell’Ires (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali per il Piemonte) emergono dati e cifre che confermano lo stato preoccupante del “malato del Nord”. Le duecento pagine di grafici, tabelle e commenti, presentate questa mattina, 21 giugno, a Torino, presso l’auditorium della Biblioteca nazionale in piazza Carlo Alberto, rivelano che ad essere indebolita è soprattutto la capacità del sistema piemontese di rimettersi in marcia allo stesso ritmo di Veneto e Lombardia.

Come va il Piemonte?

“Se consideriamo il breve periodo – commenta Marco Sisti, direttore Ires – il Piemonte sta andando abbastanza bene. Si registra una crescita del Pil (produzione e consumi) nel 2018, lievemente superiore alla media nazionale. Ci sono 12mila occupati in più nel 2018. Ma nell’ultima parte dell’anno c’è stata una lieve regressione che si sta confermando nei primi mesi del 2019. Bisogna guardare con attenzione al futuro, perché ci sono problemi di carattere strutturale da affrontare, ad esempio la capacità del sistema imprenditoriale di innovare. Siamo la regione che ha il più alto tasso percentuale di investimento, ricerca e sviluppo però non riusciamo a convertire questo grande potenziale di ricerca, in un sistema più competitivo. Le imprese davvero competitive che innovano sono ancora una percentuale piccola”.

Intanto le stime del Pil sono in ribasso per il futuro. “Per questo – osserva Sisti – è importante guardare nel medio-lungo periodo, investendo in formazione e competenze”.

La provincia di Cuneo è la più ricca

I dati confermano che Cuneo è la provincia che risponde meglio anche ai cambiamenti. Ha un tessuto imprenditoriale forte e stabile. Peggio va in altre zone, come l’area metropolitana di Torino, da sempre legata a settori industriali come l’automotive che registra un calo dal 2016. Quella di Torino e altre province hanno risentito della crisi di settori che un tempo facevano da traino e che non hanno ancora saputo innovarsi.

 

L’ambiente è la più grande preoccupazione

Per la prima volta, l’ambiente è percepito dai piemontesi come principale fonte di preoccupazione, scavalcando così altri temi quali l’occupazione e le tasse.

Gli impegni di Cirio

Il neogovernatore della Regione Piemonte, Alberto Cirio, ha aperto i lavori di presentazione della relazione. All’uscita, assediato dai giornalisti, ha fatto sapere che vuole spingere sull’acceleratore per la realizzazione del Tav che collegherà Torino a Lione.

“Le infrastrutture sono fondamentali per il rilancio e lo sviluppo economico del Piemonte. Lo dice anche il rapporto Ires – fa notare Cirio, che annuncia – martedì mattina parteciperò al consiglio di amministrazione di Telt a Parigi, dove ci sarà l’insediamento del nuovo coordinatore nominato dalla Commissione Europea. Sarà l’occasione per procedere speditamente con la parte italiana e coi bandi ancora aperti”.

 

Non solo Tav…

Ma non c’è solo il Tav. Cirio assicura: “Stiamo lavorando su altre infrastrutture. A luglio avremo un incontro col ministro Toninelli. L’assessore regionale Marco Gabusi mi ha sottoposto il dossier che presenteremo al ministro. Sul dossier ci sono i lavori del lotto 1 e 2 della metropolitana di Torino. C’è l’Asti-Cuneo, il terzo valico, la pedemontana, il Tenda, il collegamento ferroviario tra Novara e Milano, e tra Verbania e Locarno. Tutti nodi strategici”.

 

L’incontro con Fiat-Chrysler

Toccando il tema dell’occupazione, Cirio ha parlato anche dell’incontro con Fca (Fiat-Chrysler). “Io e il sindaco di Torino – dice – siamo con gli occhi aperti per controllare che venga realizzato il piano industriale da 5 miliardi che Fca ha sottoposto all’Italia e al Piemonte. Riscontriamo che questo sta avvenendo e entro il 2022 ci sarà la piena occupazione degli impianti piemontesi di Fca, garantita da investimenti sull’elettrico e nuove linee di Maserati. Torino sarà il polo elettrico del Piemonte”.

NICOLA TEOFILO