Il Piemonte si conferma al vertice, in Italia, nell’ambito delle donazioni e trapianti di organi. Cresce il numero di donatori e aumentano i trapianti “combinati”. Questi in sintesi sono i risultati dell’anno 2019 presentati venerdì 17 gennaio, nel corso di una conferenza presso il palazzo della Giunta regionale, a Torino.
I dati del Centro regionale Trapianti (Crt) sono stati presentati dall’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, da Antonio Amoroso, direttore del Centro trapianti, dal coordinatore regionale Donazioni e prelievi di organi e tessuti Anna Guermani e dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino Silvio Falco.
I dati confermano i risultati positivi dell’anno precedente, il 2018 e anche una lunga tradizione piemontese di regione guida a livello nazionale per le donazioni e i trapianti. “Non abbiamo ancora dati ufficiali delle altre strutture ospedaliere, ma sappiamo che l’ospedale di Padova non ha superato Città della Salute di Torino neanche quest’anno”, ha osservato, con un certo orgoglio, Amoroso.
I numeri
Nel 2019 sono stati effettuati 435 trapianti di organo: 232 di rene, 148 di fegato, 25 di cuore, 23 di polmone e 6 di pancreas. Cinquantanove trapianti (solo di rene) sono stati effettuati nell’ospedale di Novara, gli altri a Torino (367 alle Molinette e 6 all’ospedale pediatrico). La tabella dei dati nazionali conferma l’eccellenza del Piemonte e di Torino in particolare.
Trapianti combinati
Città della Salute è un riferimento nazionale anche nei trapianti simultanei – detti anche “combinati” – di più organi nello stesso ricevente. “Non c’è ospedale in Italia che possa proporli in maniera così estesa”, hanno riferito i presenti. Nel 2019 sono stati eseguiti alle Molinette otto trapianti combinati di rene e fegato, quattro trapianti combinati di rene e pancreas, uno di fegato e pancreas, un trapianto di cuore e polmoni e un trapianto combinato di fegato-polmoni-pancreas.
Donazioni in aumento. In calo le opposizioni
Nel 2019 i donatori sono stati 137 (30,4 per milione di popolazione), il terzo miglior risultato degli ultimi dieci anni. Nello stesso anno le opposizioni (familiari del deceduto che negano il consenso al prelievo di organi) alla donazione sono scese al 25%, il dato più basso degli ultimi 15 anni. Ed è raddoppiata la percentuale dei donatori la cui volontà è registrata nel Sistema Informativo Trapianti (era del 9% nel 2018, è salita al 18% nel 2019). Tra l’altro, in Piemonte sono 976 i comuni (su 1181 totali) in cui è possibile esprimere la propria volontà di donare al momento del rinnovo della carta di identità.
Cellule staminali
Più di 4500 piemontesi di età giovane, compresa tra i 18 e i 35 anni, si sono messi a disposizione nel 2019 per donare le loro cellule staminali emopoietiche o Cse (midollo osseo). Infine, nel caso degli organi salvavita, circa la metà dei pazienti trapiantati giunge da fuori regione, nel caso del trapianto del rene circa un quarto. Bene anche l’andamento dei trapianti di tessuti in Piemonte.
Liste di attesa
C’è ancora un divario tra domanda e offerta, tuttavia la lista di attesa sono in calo per il quarto anno consecutivo. Già al 31 dicembre 2018 i pazienti che aspettavano un trapianto erano 8.713 contro gli 8.743 di 12 mesi prima. A trainare il calo era soprattutto la lista d’attesa per il trapianto di rene. Solitamente ci vogliono un paio d’anni per il trapianto di rene e diversi mesi per gli organi salvavita come il cuore.