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Piemonte, cresce l’industria spinta dall’export

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La crescita della produzione industriale in Piemonte tiene nel primo trimestre del 2023 e migliora del 1,4% rispetto al 2022, con un picco delle richieste dall’estero. Il dato emerge dal report di Unioncamere Piemonte, Intesa Sanpaolo e UniCredit per il monitoraggio della congiuntura economica piemontese in collaborazione con gli Uffici Studi delle Camere di commercio provinciali. La rilevazione è stata condotta nei mesi di aprile e maggio  2023 con riferimento ai dati del periodo gennaio-marzo 2023 e ha coinvolto 1.827 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 95.395 addetti e un valore pari a circa 59 miliardi di euro di fatturato.

“L’andamento della produzione industriale in Piemonte continua ad avere il segno più – commenta il presidente di Unioncamere Piemonte Gian Paolo Coscia – ma siamo costretti a registrare un rallentamento generale, frutto dell’incertezza del contesto economico: dal perdurare della guerra in Ucraina all’elevata inflazione che si sperava diminuisse in seguito al ridimensionamento dei costi delle materie energetiche. Come Camere di commercio stiamo lavorando in prima linea sui temi della digitalizzazione e del green, anche all’interno dei fondi del Pnrr: un’occasione importante che dobbiamo sfruttare al meglio per far crescere i nostri territori e le nostre imprese”.

La regional manager Nord Ovest di UniCredit, Paola Garibotti, aggiunge: “Dal nostro osservatorio privilegiato e dai dati presentati oggi si evince chiaramente che il settore manifatturiero piemontese continua a crescere, confermando la sua solidità. Noi, come banca, continuiamo a fornire il nostro supporto e anche in questo caso i numeri sono lì a dimostrarlo. Nel primo trimestre del 2023 abbiamo erogato 250 milioni di euro di nuovi finanziamenti alle imprese, che fanno seguito agli 1,1 miliardi di euro erogati nel 2022. Ciò dimostra che è un settore dinamico e in salute, che sta accelerando sulla digitalizzazione e radicando una profonda cultura ESG, infatti oltre la metà delle imprese manifatturiere piemontesi applica i principi della sostenibilità all’interno della propria filiera, anche grazie a banche come la nostra che sono in prima linea per aiutare la transizione delle imprese verso la sostenibilità”.

«Transizione green, tecnologica e ESG sono obiettivi inderogabili per la crescita e la competitività futura, ma le pmi hanno bisogno di accompagnamento – sostiene Stefano Cappellari, Direttore Regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo – Ad oggi in Piemonte abbiamo erogato quasi 560 milioni di euro a supporto di investimenti con obiettivi ESG e circular economy e anche grazie alla piattaforma Incent Now abbiamo accompagnato 355 imprese ad aggiudicarsi un bando PNRR. Poi c’è la formazione, che svolgiamo anche organizzando sul territorio i Laboratori ESG: uno è già attivo a Cuneo, presto ne inaugureremo un altro a Torino. Stiamo rilasciando alle imprese clienti uno score ESG, utile non solo alla banca ma anche alle aziende per capire dove sono posizionate rispetto ai competitor. E ancora, collaboriamo con i soggetti pubblici per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili, opportunità concreta per Pmi e famiglie in virtù dei benefici economici, sociali e ambientali che possono scaturirne”.

I dati

La crescita della produzione industriale è stata accompagnata da un andamento positivo sia degli ordinativi interni (+1,4%) che, in misura maggiore, degli ordinativi provenienti dal mercato estero (+11,1%). Il fatturato totale ha segnato un +3,7% e la componente estera ha mostrato un incremento del 3,6%. Il grado di utilizzo degli impianti è sceso dal 71,5% del I trimestre 2022 al 67,4% del periodo gennaio-marzo 2023.

Tutti i principali settori della manifattura regionale hanno mostrato nel I trimestre 2023 una crescita della produzione industriale ad eccezione del comparto della chimica plastica (-0,6%) e dell’elettricità ed elettronica (-1,1%).

La performance migliore è stata quella della filieradei Mezzi di trasporto (+4,9%),frutto di dinamiche differenziate all’interno del comparto: più elevato l’incremento segnato dalla componentistica autoveicolare (+7,6%), minore – ma più intenso della crescita media regionale – l’aumento della produzione di autoveicoli (+3,8%), in contrazione, invece, il settore aerospaziale (-2,0%). Al secondo posto per intensità espansiva si collocano le aziende dei metalli (+2,3%), seguite dalle realtà della meccanica e del tessile e abbigliamento (entrambe con una crescita dell’1,8%). L’industria alimentare, che comprende anche il comparto delle bevande, segna un +1,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Un dato ancora con il segno più, ma inferiore a quello piemontese complessivo, appartiene alle imprese del Legno e del mobile (+0,6%).

Analizzando il campione delle imprese manifatturiere intervistate sotto il profilo dimensionale emerge un trend positivo diffuso per tutte le classi dei livelli produttivi. Le micro imprese (0-9 addetti) registrano una crescita modesta pari al +0,6%,così come le imprese di medie dimensioni (50-249 addetti),che segnano un +0,5% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.Le piccole imprese (10-49 addetti) e le grandi aziende (oltre 250 addetti) mostrano, infine, aumenti più significativi, rispettivamente pari a 1,3 e 3,2 punti percentuali.

Torino ancora capofila

Torino segna la crescita più elevata (+3,4%), grazie ai risultati positivi evidenziati da tutti i settori di specializzazione ad eccezione dell’elettricità e dell’elettronica. Nel Biellese l’aumento produttivo si attesta al +1,2%, sostenuto dalla filiera tessile, in particolare dalle realtà della tessitura e del finissaggio. Vercelli, sorretta dal tessile e frenata dalla chimica, incrementa la produzione dell’1,1%.Segue Verbania con un aumento tendenziale della produzione manifatturiera dello 0,6%,frutto della forte crescita del comparto della rubinetteria e del valvolame controbilanciato dalla contrazione dei metalli. La manifattura cuneese, mostrando un aumento produttivo nella meccanica e nel tessile, compensa il calo segnato dai mezzi di trasporto sul territorio provinciale e registra un +0,3% a livello complessivo. Asti, grazie a un ottimo trend del comparto alimentare e delle bevande segna una netta stabilità (0,0%) sui livelli produttivi dello stesso trimestre del 2022, nonostante la flessione evidenziata dalla chimica/plastica. Sostanzialmente stabile anche il risultato di Alessandria (-0,3%),realtà in cui sono le industrie alimentari e della gioielleria a sostenere il dato del trimestre. Novara,penalizzata dal comparto della chimica/plastica, segna il risultato peggiore (-3,4%).

Un Piemonte sempre più sostenibile

Nel report si parlato anche di ambiente. Due imprese su tre (66,8%) sono a conoscenza dei principi base della sostenibilità, quota quasi triplicata rispetto al 2019 (23,6%) e superiore di oltre 20 punti rispetto al 2021 (41,1%). La padronanza della tematica è diffusa soprattutto tra le imprese chimiche, petrolifere, delle materie plastiche, elettriche ed elettroniche e tra quelle di dimensione medio-grande. La filiera del legno e le industrie dei metalli sono, per contro, i settori in cui la conoscenza appare più limitata.

Oltre la metà (51,4%) delle imprese manifatturiere piemontesi applica i principi della sostenibilità all’interno della propria filiera, valore in aumento rispetto al 2021 (48,1%); cresce contestualmente anche la quota di aziende che ha intenzione di adottare questo tipo di misure nel prossimo futuro (19,9% a fronte del 17,1% di due anni fa). Tra le azioni messe in atto dalle imprese, gli ambiti della produzione e della gestione dei rifiuti sono i più battuti, la distribuzione e il design, invece, quelli che registrano una minor propensione delle aziende ad applicare concretamente i principi di sostenibilità. Le difficoltà di tipo economico/finanziario, burocratiche e normative rappresentano i principali ostacoli che le imprese piemontesi stanno incontrando nel percorso di transizione verso la sostenibilità. La crescente importanza che la tematica riveste nel contesto regionale è, infine, confermata anche dall’aumentata propensione delle imprese a investire in competenze in ambito di sostenibilità: il 19,8% dichiara, infatti, di voler effettuare investimenti in tal senso, a fronte dell’8,4% del 2021.